L’ iperbole
Nella situazione odierna, quando le informazioni arrivano come catapultate, o come il disastro del Vajont, la sensazione di sentirsi inermi, con le spalle al muro è la prima cosa che ci colpisce. E alla fine, quasi non accusiamo più nulla. Come se fossimo assuefatti alle disgrazie. Poi, dopo il primo attimo di sconcerto, entrano in funzione i meccanismi mentali di difesa. Ci si comincia a fare domande. Ma dove ci troviamo. Dove si arriverà. Dove si trova la soluzione. Nessuno ci aiuterà. Qualcosa deve cambiare.
Ecco, cambiare. Modificare l’assetto generale. Da dove cominciare e come. Pare che sia stato provato di tutto. Ma se nella nostra memoria serpeggia l’idea del cambiamento vuol dire che abbiamo uno spazio ancora da riempire. C’è un vuoto che può essere riempito di idee. Come fare? Procedere per tentativi? Forse.
Comincia nella mente ad organizzarsi una sorta di griglia dove sulle ascisse si posizionano le ipotesi e sulle ordinate le modalità. Una sorta di analisi preordinata che in base ai dati dà una curva di risultato. Quando l’iperbole sale in alto l’idea può essere valida, quando l’iperbole scende, non ha molte chance per riuscire. Cominci a pensare all’iperbole matematica che "trasportata" ti dà l’idea di una immagine tridimensionale. Così arrivi a pensare che, se non si hanno abilità specifiche o conoscenze particolari, intersecate con l’uso della creatività, difficilmente l’iperbole sale. E’ piatta… una linea retta, casomai leggermente ondulata, non sale su. Ci vuole concorso di mente altra. Miscelazione con altra mente che porti diversa conoscenza o competenza.
E quando una mente altra entra in compartecipazione, senza fatica come nulla fosse, le idee scivolano quasi. Come un tappeto che si srotola, vengono fuori, susseguendosi, una dietro l’altra idee che sono conseguenti alla precedente. Il gioco delle associazioni per idee. E si potrebbe continuare… fino a che il risultato comincia a prendere una forma che sempre più si avvicina alla soluzione ottimale. Un gioco che appassiona, che invita a cercare fra le mille informazioni immagazzinate nei cassetti delle circonvoluzioni cerebrali. Ci si meraviglia quasi di possederle. Si ripescano immagini, sensazioni, parole, metafore, similitudini. Si arriva a immaginare il mondo intero e tutto quanto ne fa parte. E le menti realizzano una unica immagine. Racchiude al suo interno tutta quella infinità di parole che farebbero un discorso difficile da raccontare in un attimo.
Passando attraverso gli occhi, l’immagine è il messaggio dell’iperbole delle idee.
(Rosalina)