A.A.A. Coscienza Ecologica CERCASI
L’attuale crisi mondiale ha risvegliato problematiche mai completamente risolte sul futuro dell’umanità. Una delle più dibattute e controverse riguarda l’approvvigionamento delle risorse energetiche. Si afferma che idrocarburi e gas non hanno vita lunga, che il nucleare, si porta dietro la gestione delle scorie radioattive, che le emissioni di CO2 continuano ad alimentare l’effetto serra e che bisogna necessariamente puntare sull’energia "pulita".
Già nel 1979 si tenne a Ginevra, in Svizzera, la prima Conferenza mondiale sul clima e nel 1988 l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) costituirono il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc), col compito di valutare lo stato delle conoscenze scientifiche, tecniche e socio-economiche sulle cause e le conseguenze del cambiamento climatico globale indotto dalle attività umane. Il conosciuto protocollo di Kjoto del 1997 nasce come Summit della Terra in quel di Rio de Janeiro nel 1992 come Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change da cui l’acronimo UNFCCC), ed è stato uno dei primi atti dei grandi della terra di fronte ai cambiamenti climatici, al surriscaldamento globale, al buco dell’ozono. Vi parteciparono, allora, 154 nazioni che a vario livello, si decise, avrebbero dovuto ridurre le emissioni nocive del 5% entro il 2008-2012. La Convenzione fu adottata nel maggio 1992 ed entrò in vigore nel 1994. Da allora si sono susseguite una lunga serie di incontri dette Conferenze delle Parti (COP), ben 15 volte, alcune fallite per non aver trovato accordi, fino all’ultima Conferenza ONU sui cambiamenti climatici in Danimarca 7/18 dicembre 2009, dove hanno partecipato 192 nazioni. Si trova su internet al sito http://www.elicriso.it/it/clima_ambiente/conclusione_copenhagen2009_cop15/, un articolo illuminante a riguardo, pubblicato dalla Dott.ssa Maria Giovanna Davoli, che vale la pena di leggere attentamente. Nulla di decisivo dunque, tranne le proposte come quella dell’Unione Europea di tagliare le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020. Oppure tagliare le emissioni di gas serra del 30%, rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, se gli altri paesi arrivano ad un accordo internazionale più avanzato. (fonti wikipedia).
Tutta questa premessa per dire che in Italia l’argomento appare marginale, anzi, totalmente sottottono, con la giustificazione che vi sono problemi più impellenti da risolvere. Eppure gli studiosi affermano che "Non prendere decisioni significa arrivare ad aumenti della temperatura nei prossimi 100 anni fino a 6 gradi, un incremento senza precedenti negli ultimi 10.000 anni, e a una crescita del mare fino a 60 centimetri, un livello che significa la scomparsa di gran parte di atolli, piccole isole, terre lagunari e la creazione di centinaia di migliaia di profughi ambientali che emigreranno in cerca di terra su cui vivere. Il Mediterraneo in generale e l’Italia in particolare sono regioni che, secondo gli esperti di clima dell’Onu e dell’Ipcc,a causa dell’uso del territorio costiero e delle caratteristiche delle coste presentano un’alta vulnerabilità per perdita di ecosistemi e della biodiversità marino-costiera (altre zone ad alto rischio sono anche i Caraibi, le coste del Mar Baltico e quelle dell’America centro-settentrionale). Gli scenari italiani in mancanza di impegni di riduzione (mentre le emissioni stanno aumentando in media annua di circa l’1 %) sono stati elaborati dall’Enea e da un consorzio UE di Istituti di ricerca: da una parte c’è la variazione del clima, presa in considerazione dagli esperti europei; dall’altra la mappa delle terre basse italiane a rischio inondazione e le previsioni particolari su Venezia (sommersa sempre più spesso dall’acqua alta). Secondo gli esperti europei tra 80 anni nel Nord Italia le piogge aumenteranno del 30-50 %, del 10-20 % al Centro e si ritireranno invece dal Sud, dove è prevista una diminuzione delle precipitazioni del 10-20 % con conseguente rischio siccità e desertificazione. L’Enea ha invece aggiornato la mappa dell’Italia destinata a sparire sommersa dal mare. Non solo Venezia e la costa dell’Alto Adriatico, tra Rimini e Monfalcone, rischia di andare sott’acqua a causa dei cambiamenti climatici che fanno crescere il livello del mare, ma anche altre 18 località italiane, mete turistiche, come le coste intorno a Trapani o Catania, la costa laziale a nord di Sperlonga e a nord di Terracina, la costa est di Piombino tra S. Vincenzo e Follonica, la costa e il golfo di Oristano in Sardegna, quella della piana di Sibari e addirittura la costa di Orbetello. Inoltre a rischio inondazione anche le spiagge intorno alle foci del Magra, dell’Arno, del Tevere, dell’Ombrone, del Volturno e del Sele" (fonte xoomer.virgilio.it/a_pacinotti/trattatodikioto.html). Negli altri paesi europei si stanno attrezzando, noi invece abbiamo un bisogno incredibile di posti di lavoro ma dormiamo. Un esempio mirabile c’è in Germania. Si può conoscere in una inchiesta di Riccardo Iacona "Sole Vento Alberi" della trasmissione tv di rai3 "Presa Diretta" (visionabile sul sito http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e9c0c5ec-688a-4f53-aefa-97c2b268b4c3.html),il confronto fra le politiche energetiche dei due paesi; è a dir poco sconvolgente. Consiglio caldamente la visione di questa inchiesta. Siamo lontani anni luce, in Germania vi è addirittura un polo di sviluppo e ricerca per le energie rinnovabili, che muove una forza lavoro dell’ordine di migliaia di persone. Lì si sviluppano nuove tecnologie per sfruttare l’energia del vento che alimenta una intera città, energia del sole con una vecchia pista aeroportuale di 2 km per 600 metri di larghezza trasformata in parco solare che fornisce energia pulita e immediata. Non riesco a capire come mai noi dobbiamo costruire 10 centrali nucleari che richiedono ben 10 anni di tempo per essere messe in funzione, con il dubbio delle scorie radioattive da smaltire con annessi pericoli che si portano dietro. Conversando con un ambientalista mi è stato obiettato che, ad esempio, l’energia eolica e quella solare deturpano il paesaggio. Rispondo che non è più rimandabile il prendere decisioni per il futuro, ed allora bisogna scegliere e considerare: quale energia è più pulita quella eolica o quella nucleare? Quella solare, che avremmo da venderne, o quella che carica la nostra bolletta pagando il gas russo? Quella che sfrutta le biomasse o le montagne di rifiuti di Napoli da eliminare con gli inceneritori? Insomma, personalmente, nei governi che si sono avvicendati nella nostra "Bella Italia", non ho visto nemmeno un barlume consapevole di coscienza ecologica. Allora mi chiedo: CHE PARLIAMO A FARE DI ECOLOGIA A SCUOLA? Le scuole partecipano a concorsi con temi ecologici a tutti i livelli, dalla scuola dell’infanzia alle ricerche universitarie, indetti dai soggetti più disparati; basta cliccare su un qualsiasi motore di ricerca internet "concorsi ambiente scuola" e si apre una finestra con una quantità incredibile di occasioni, che offrono, ai migliori prodotti scolastici, premi di ogni sorta: materiali didattici, visite a parchi ambientali, soggiorni in ambienti protetti, viaggi studio e via di questo passo. Oltre questo, gli esempi sono deludenti. Anzi, se prima i pannelli solari avevano una parte della spesa rimborsabile, ora i limiti sono stati ridotti, per esempio, piuttosto che incentivati. Certo dobbiamo preparare al futuro, ma ci vorrebbero, oggi, adesso, esempi concreti. Eppure in Germania, un "ricercatore italiano" (naturalmente, come al solito ce li facciamo scappare tutti!), con il suo team nel polo di ricerca di Berlino, è riuscito a ridurre il lastre sottilissime il silicio di cui sono composti i pannelli solari, entreranno in produzione il prossimo anno al costo di 1/3 di quello attuale, ora 150 euro al metro quadro, poi, solo 50 euro. Intanto qui si continua a vedere grande fratello e l’isola dei famosi, si piangono i posti di lavoro che vanno in fumo, si assiste alla parata delle maldicenze varie, mentre gli altri paesi si preparano ad affrontare l’approvvigionamento energetico offrendo ai giovani opportunità di studio e lavoro durevoli per il tempo avvenire. E in Abruzzo? Abbiamo a che fare con il disastro di Bussi, la centrale a turbo gas nella valle del Sinello già in funzione, il Centro Oli di Ortona, le critiche del parco eolico di Monteferrante, un’altra prossima centrale turbo gas nei pressi di Bomba e il rifiuto nel Molise di pale eoliche nel mare antistante Termoli. Di conseguenza: A.A.A. coscienza ecologica italiana cercasi disperatamente! E come diceva il pungente, perspicace, ironico conterraneo Ennio Flaiano "La situazione è grave ma non seria".
"Divagazioni filastroccose"
AMBIENTE (acrostico)
Acqua fresca di sorgente.
Mare limpido ed accogliente.
Bimbi felici e spensierati.
Insieme ad uccelli colorati.
Ecco il prato con mille sfumature.
Nei campi le spighe mature.
Tutta la natura festeggia in allegria.
E la Terra è tutta un’armonia.
(Rosalina)