Violenza sulle donne
Ieri 25 novembre l’Onu sensibilizzava la comunità mondiale alla ignominiosa perpetrazione della violenza sulla donna. Quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa, senza confini di ambiente, religione, cultura e nazionalità. Lo dimostra la statistica e lo conferma la cronaca. Sono centinaia le donne che ogni anno vengono uccise dalla violenza ed una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Nel 2006, 101, nel 2007, 107, nel 2008, 112, nel 2009, 119, nel 2010, 127. Quest’anno, purtroppo non ancora finito, già 103. Sono "solo" ipoteticamente le donne uccise dalla violenza di genere in Italia.
Sono molte le violenze sottaciute, i numeri in effetti sicuramente nn sono questi. I numeri più grandi sono certamente persi nel silenzio, minacciati dalla paura, nascosti dalla vergogna.
Molte le violenze in famiglia negate, non ammesse, non riconosciute e tanti sanno e si fermano sull’omertà per il timore di non essere difesi e sostenuti dalle forze dell’ordine, dalle organizzazioni socio-psico-assistenziali e dalle lungaggini interminabili della giustizia italiana.
Retaggio antico, quello della violenza sul genere femminile, che tocca i diritti umani in tutte le declinazioni. In Arabia Saudita , per esempio , tuttora le donne hanno il divieto di guidare una automobile.
E’ stato coniato persino un nuovo termine: "Femminicidio".
Come ha dichiarato la Litizzetto ieri sera, 25 novembre, nel programma di Fabio Fazio su RAI 3: "Quando un uomo da una sberla, poi ne da due, poi tre, poi quattro. E siccome l’amore non è fatto di sberle, ma di carezze, non permettiamo che ciò accada e denunciamoli".
Che non sia solo un giorno, dedicato a ricordare le violenze sulle donne, ma ogni giorno.
(Rosalina)