La musica a Roma
A differenza di altre civiltà antiche, quella di Roma non produsse uno stile musicale proprio, ma seppe piuttosto assimilare e adattare gli stili delle diverse culture con le quali, a seguito delle conquiste militari e dell’espansione territoriale, venne via via a contatto.
Popolo inizialmente sobrio nei costumi e negli svaghi, preferiva le attività fisiche alla musica, ritenuta arte frivola ed effeminata. Con l’ampliarsi però dei confini, con la diffusione della ricchezza del benessere, con l’affluire di genti diverse dai territori conquistati, il modello di vita di Roma si venne modificando, i costumi si fecero molto austeri e, specialmente per l’influenza della Grecia, anche a Roma si diffuse il gusto per la musica. Dapprima durante i banchetti e i festini, in seguito nelle rappresentazioni teatrali e nelle feste secolari, essa si impose sotto forma di canti accompagnati con flauti e lire, divenendo una componente immancabile della vita sociale. I musicisti acquistarono crescente considerazione e i “virtuosi” erano lautamente pagati. I famosi iaculatores, che si esibivano nelle vie e nelle piazze di Roma, mescolavano canti e musica a giochi di prestigio e acrobazie, precorrendo così i jongleurs o giullari medioevali.
Roma imperiale incoraggiò e protesse l’esercito della musica, come del resto di tutte le arti. In quel periodo si verificò quindi un imponente fenomeno di diffusione della cultura, che vide il nascere e l’affermarsi di una vera e propria cultura di massa. Il circo e il teatro erano gli ambienti in cui la musica di svago ebbe la massima divulgazione. La pantomima, rappresentazione di origine greca, senza parole e con l’accompagnamento di musica – l’embrione del moderno balletto – godeva del massimo favore del pubblico ed era considerata la più alta forma d’arte: canzoni, ballo, virtuosismo strumentale mai raggiunto fino ad allora.
Proprio per il suo carattere cosmopolita, e in quanto polo di attrazione di tutta l’area mediterranea, centro-europea e medio-orientale, Roma poté ospitare quella grande rivoluzione religiosa e storica che fu il primo cristianesimo e divenne così il centro di irradiazione della Chiesa nascente. L’affermarsi del cristianesimo dette vita ad un nuovo filone musicale, cui contribuirono gli apporti delle numerose province dell’Impero. Dapprima furono semplici ed umili canti, intonati negli echeggianti cunicoli delle catacombe, ma vibranti di un profondo e nuovo contenuto spirituale. da questi canti prese poi forma, nei secoli che seguirono, il grande monumento medioevale della liturgia cristiana: il canto gregoriano.