Il limbo dell’anima
Nè qui, nè là. Oppure qui e là allo stesso tempo. Ma come è possibile? Trovarsi di fronte a due facce della stessa anima o davanti ad un’anima sola, spaccata e lacerata. Esiste un modo di riconoscere, individuare, vedere, trovare, sapere, quale condizione risponde a verità. Già, la verità. E’ sempre, come
minimo, doppia. Ognuno ne interpreta un lato. Ognuno ne ha una visuale propria. Ma per esistere veramente, cioè corpo e anima insieme, è possibile ‘sentirsi’ la stessa persona in posti completamente opposti? Vi sono molte possibilità di vivere doppie vite. Ne vediamo, in questi ultimi tempi, di tutti i colori. E non siamo di fronte a maschere di carnevale, peraltro vicino e, consumisticamente parlando, già in fase di lancio. Vita doppia perchè i meandri della nostra psiche sono infiniti? Perché Freud ha intuito l’esistenza dell’inconscio? Perché avere il coraggio di palesare l’inconfessabile scompone le convenzioni sociali, comportamentali, le regole del ‘vivere civile’ (strana definizione per indicare chi ha il coraggio di stare fuori dal coro!)? Come mantenere il filo di arianna e non perdersi? Si può per una vita intera immaginare un mondo diverso e viverci dentro? Sembra possibile, ma resta non vissuto col corpo. D’altronde è come vivere nelle favole, dove tutto è possibile, che gli animali parlino, che le piante camminino, che i sassi vadano in vacanza, che le montagne si lancino col paracadute, che l’oceano faccia un viaggio in treno, che il cielo si faccia la doccia, che le stelle vadino a scuola, che la neve canti, che… C’è qualcosa che non basta nella realtà quando si pensa oltre. Superare le barriere. Superare lo stereotipo perchè? C’è chi lo desidera per puro divertimento, perchè ha soddisfatto già l’ordinario e vuole di più. C’è chi lo desidera per l’irrefrenabile desiderio di trasgressione, per sentirsi onnipotenti, imprendibili, imprevedibili. C’è chi sente un bisogno profondo di estraniarsi, in certi momenti, per avventurarsi in percorsi nuovi dell’anima. Si cerca di catturare l’essenza delle sensazioni che si pensano con la mente e sono irraggiungibili attraverso un percorso reale. C’è chi si sente inadeguato, incapace, insicuro, incerto e attraversa quel ponte che collega reale ed irreale con le modalità comunicative più disparate. Si può con la pittura, ad esempio. Mi viene in mente "Magritte" ed il suo motto, quadro famosissimo: ‘Ceci n’est pas une pipe’ (questa qui non è una pipa). Oppure nella letteratura mi sovviene, il senso lato, di Pirandello: "Uno, nessuno e centomila". Oppure nella danza moderna conosco Roland Petit, oppure nella cinematografia, so del surrealista David Lynch, onirico regista, oppure nella poesia la grande Alda Merini, ritenuta pazza e per 10 anni relegata in manicomio. Quando si è né qui, né là c’è un limbo. Un limbo dove aspetti. Un limbo che porta lontano e vicino allo stesso tempo. Un limbo dove tempo e spazio sono dimensioni stravolte, irriconoscibili, fuori dalla ragione. E’ il limbo dell’anima? Chissà. Forse. Mistero.
(Rosalina)
Poesia
LA TERRA SANTA
Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell’antro della follia.
(Alda Merini)