Le piante da ‘consumare’ non soltanto a Natale
Spesso ci capita, durante le feste di natale, di riceverle in dono. Le più conosciute sono: la stella di natale, l’agrifoglio, il vischio. Fanno parte della tradizione, ma non sono elementi naturali da regalare, o meglio ‘consumare’ solo nel periodo natalizio. Le ultime due, addirittura vivono spontanee, anche
nel nostro territorio e, dato l’uso-abuso a cui sono state soggette per molti anni, ora sono specie protette e controllate.
STELLA DI NATALE (Euphorbia pulcherrima)
La leggenda vuole che la pianta dalle belle brattee rosse (questo il nome dei suoi petali grandi, non è un fiore, ma foglie), sia nata una lontana sera della vigilia di natale, grazie alla bontà di un bambino molto povero che volle portare in chiesa al bambino Gesù un mazzolino di frasche. Intimidito gli cadde una lacrima sul misero dono e gli arbusti si trasformarono in un bellissimo fiore rosso. La stella di natale appartiene alla famiglia dell’euforbiacee. Cresce in regioni dal clima caldo e temperato, per questo ha bisogno di caldo, di luce e non deve essere lasciata fuori all’aperto sul balcone nel periodo freddo. Spesso, dopo il periodo natalizio, si sfronda, perde tutte le foglie e noi pensiamo che sia morta, invece se si tiene all’interno, si annaffia ogni volta che il terreno è asciutto e si attende il calore dei giorni primaverili, si hanno buone possibilità che possa riprendere vigore e tornare ad essere verde. Le foglie apicali tornano a colorarsi di rosso nel periodo della stagione fredda, ricordando di tenerla sempre in luoghi dove la temperatura resti costantemente sopra i 20 gradi.
AGRIFOGLIO (Ilex aquifolium)
Per la bellezza delle sue bacche rosse e delle sue foglie verdi ben lucide, ondulate e spinose, l’agrifoglio è utilizzato da sempre nelle decorazioni e negli addobbi natalizi. Si usa, infatti, per fare ghirlande da appendere dentro e fuori casa, portacandele da mettere in salotto, ed eleganti centrotavola. Si dice che le sue foglie sono spinose per difendersi dalle capre, notoriamente ingorde e onnivore. Questa pianta avrebbe, infatti, sviluppato questa caratteristica fogliare solo fino ad una determinata altezza, in quanto nella parte sommitale le foglie non sono dentate. L’agrifoglio, è una pianta che cresce spontanea anche in Italia, dalle nostre parti nel Parco della Maiella e in genere nelle zone boschive si adatta facilmente a molti habitat. Riesce a vivere anche nel territorio atessano. Ve ne sono in molti giardini. Le lucide bacche rosse compaiono all’inizio dell’inverno.
VISCHIO (Viscumalbum)
Le popolazioni nordiche la credevano una pianta caduta dal cielo. Una credenza che, nata dal tentativo di spiegare il fatto che il vischio non ha radici a terra, ma cresce sui rami dei pioppi, querce e molti altri alberi, giustifica la particolare funzione che i druidi gli attribuivano. Con il vischio, infatti, venivano preparate pozioni contro la sterilità e ogni male. Oggi, pur essendosi modificata, la tradizione continua e vede nel vischio un simbolo beneagurante di armonia e fecondità. Il vischio, che appartiene alla famiglia delle Viscacee, è un arbusto emiparassita, che cresce cioè sui rami dell’albero da cui trae linfa. Anche se durante le feste lo troviamo dorato artificialmente, in natura la sua corteccia è verde-giallognola, le foglie sono appaiate, carnose e coriacee, mentre la bacca è color paglierino.
(Fonti: Internet, BeneInsieme-anno 21-n.10)
Divagazione Filastroccosa
FILASTROCCA DEL COLORE VERDE
E’ verde l’erba del prato,
verde il bruco sul ramo posato.
Verde l’oliva non ancora matura,
la polpa del kiwi succosa e dura.
E’ verde la bottiglia che contiene vino
verde il bicchiere che gli sta vicino.
A volte la pera, a volte la mela,
sempre le foglie in primavera.
Sempreverde il cipresso, l’alloro e il pino,
verde il muschio soffice e piccino…
per fare il presepe a Gesù bambino.
(Rosalina)