Certezza di una meta: la Strada
Percorrere la strada, attraversarla e non sapere da dove si viene e dove si va. Lungo il ciglio della strada si incontrano mille avventure. La strada non ha una meta precisa, sembra una e sono mille, sembra arrivi e invece ricomincia, sembra senza uscita e invece prosegue, sembra non avere scopo e poi improvvisamente appare la
soluzione. Serve a condurre qualcuno da qualche parte.
La strada che va a casa, quella che va al mare o in montagna, che porta al lavoro, che arriva fino al museo, che va in città, che entra nel bosco, che costeggia il lago, che sale un costone, che segue il fiume, che va a scuola, che sale fino lassù in cielo e ancora più su.
La strada che incontra un’altra strada di un’altra strada, di un’altra strada.
La strada degli affetti, dell’amore, dell’immaginazione, del dolore, della sofferenza, della gioia, della perdizione, della malignità, della cooperazione, del dialogo, della guerra, dell’odio, del perdono, dei pensieri. La strada del fuggiasco, della luce o del buio, del vero e del falso, della sincerità o dell’inganno, della follia e dell’assurdità, dell’attesa e del ritorno, dell’audacia e del pudore, della solitudine e del legame, della meraviglia e dell’amarezza, del povero e del ricco, del reale e del desiderio.
La strada che incontra un’altra strada di un’altra strada, di un’altra strada.
Il sogno accompagna il viaggio. Il desiderio del sogno guida ma, appare sempre al confine, fin dove arrivano gli occhi a scrutare l’orizzonte. Eppure, seppure barcollando, sfiniti, si continua a camminare, ubriachi di voli poetici, visioni inaspettate e sorprendenti, emozioni folgoranti e accecanti, che penetrano come lance infuocate nell’Anima; accendendo miriadi di corpi celesti celati in Lei. Ci si ferma lungo la strada. Per riposarsi. Una certezza evanescente, che sfuma non appena guardi avanti e poi indietro. La spossatezza, la percezione di trovarsi lì e non riuscire ad avere senso di orientamento, scatena la sensazione di smarrimento fino a sentire profondamente l’inquietudine che prende sottobraccio la sofferenza scavando, in maniera quasi maniacale, ferite che lasceranno cicatrici indelebili e nascoste dentro ognuno di noi.
La strada, che incontra un’altra strada, di un’altra strada, di un’altra strada.
E, se per caso, ci si trova ad un incrocio, c’è qualcuno che, forse, non lo riconosce, non lo vede. Solo le certezze permettono di scegliere e di vedere. Perché esistono? Ci sono? Da qualche parte… lungo la strada… ci sono. Se si dimenticano, forse, i paraocchi della mente che chiudono i passaggi a livello, epurano le ipotesi, cancellano il discernimento, annebbiano la visuale, si vendicano del desiderio di libertà. La percezione fisica è una ribellione di stomaco, un tremito sulla pelle che intorpidisce le membra, una improvvisa arsura. Bere… Bisogno di bere… Dissetarsi… Trovare acqua, gocce limpide di pensiero che nutrono chi, disidratato, ha incontrato il deserto.
La strada… che incontra un’altra strada… di un’altra strada, di un’altra strada…
Divagazioni Poetiche
METAMORFOSI
Clandestinamente,
in una essenza
desolata e selvaggia,
nella nicchia
più recondita
ininterrottamente
sboccia,
sull’albero svezzato e capriccioso
del tempo pellegrino,
il fiore
della leggerezza dell’essere!
(Rosalina)