Navigare lo spazio. Questo e l’altro.
La navicella spaziale Discovery dall’alto, lassù nello spazio siderale, al confine con l’ultimo strato dell’atmosfera, guarda, estasiata, la terra. Si meraviglia, da un lato il pianeta azzurro, dall’altro lo spazio intorno nero, costellato da bottoni brillanti lontanissimi. Troppo indaffarato l’uomo, troppo egoista, troppo incastrato nell’ordinario, nella consuetudine, nella conformità per fermarsi a considerare lo spazio. Spazio pensato come luogo di superficie, che delimita terra e mare, equatore da tropico, monti da pianure, boschi da prati, isole da continenti, fiumi da laghi, citta da campagna. Dimensioni. Alto, lungo, largo. Per ogni luogo vicino ne esiste un’altro lontano. Per ogni luogo angusto uno dilatato. Per quello aperto uno chiuso. Per ogni dentro un fuori. Il naufrago ha gli occhi che spaziano fino all’orizzonte sullo spazio ristretto della zattera, permeato di timore, incertezza e speranza. Tutta questione di dimensioni. Lo spazio non domanda, lo spazio risponde. Lo spazio di un foglio bianco, lo spazio abitato, quello vissuto, di una piazza, di un grattacielo, di una profondità , di un anfratto. E poi, l’angolo, un angolo di strada oppure geometrico. Nascono così gli ostici teoremi matematici che, con le loro ipotesi astratte, tentano di dimostrare enigmi ed enunciati di archetipi fissati solo nell’immaginario. E ancora luoghi di riposo, luogo di ristoro, luogo ameno, luogo di divertimento. Ognuno di essi va raggiunto. E poi, si dice, ognuno ha i suoi spazi per intendere il senso di libertà. Lo spazio è "quasi" l’opposto del tempo. Non lo sposti. Non lo muovi, non lo schiodi, se non una sedia o un armadio o una poltrona in uno spazio definito che, ai nostri occhi, dà l’effimera convinzione di uno spazio conquistato. Ancora, ci sono i luoghi della memoria, e gli spazi interiori che, come quelli oltre l’atmosfera, lasciano presagire e intravedere l’indefinibile. Qui le dimensioni non sono solo tre e le altre si aggiungono a quel "quasi" che può sembrare, ma non è sconosciuto. Ecco, le altezze dell’anima che contemplano le emozioni più profonde, intime, segrete. Le lunghezze, quelle che precisano, affermano l’intensità coinvolgente, trascinante, imprevedibile. E le larghezze dell’anima con le sue emozioni, le cui enormità non possono essere quantificate secondo i parametri del calcolo. Sfuggono persino ai più moderni sistemi evoluti del sistema binario. Non si riesce a dare uno spazio allo spazio della psiche. Lo spazio interiore ha molte altezze, molte lunghezze, molte larghezze. Si possono avvicinare o allontanare? Tutto è possibile. Lo spazio dell’anima non può avvicinare, nè allontanare. E’ lì. Se non ci si avvicina, cercando, lui non verrà.
Divagazioni Poetiche
NAUFRAGHI
Come naufraghi.
Cercando spiagge sicure.
Viaggiando,
sulle onde
vive
dello spazio d’orizzonte.
Improvviso,
fra increspature
anguste,
riconosci
l’altro
orizzonte.
(Rosalina)