La Notte: affascinante essenza del mistero
Col suo tappeto infinito, intrecciato di evanescenti sfumature crepuscolari, la sera allestisce l’arredo del cielo all’imbrunire. Accoglie, ossequiosamente, la regina più affascinante, seducente e conturbante dell’universo: la Notte. Alla corte notturna, quando si indice il gran ballo si aprono le danze col “Sogno di una notte di mezza estate”. Il lampadario lunare fulgido e splendente, rischiara il salone regale, lasciando intravedere gli affreschi della volta celeste. Morbidamente, con sagacia, Lei indossa sinuosamente un mantello di nero velluto arabescato. Spigliata ed ammiccante, si avvolge di scintillanti diamanti che disegnano, ad ogni minuto che scorre, gioielli di stelle per agghindare la corvina capigliatura di preziosità incomparabili. Un raro collier ne ingentilisce l’essenza dell’incarnato. E’ stupenda, pregiata, la collana della Via Lattea, arricchisce il Suo decolleté mentre incede elegantemente, con voluttuosi passi felpati, verso il maestoso trono scolpito nel sogno. Il suo capo è ornato da un diadema cesellato di ombre che ricadono sul viso come un delicato velo, donandole l’aspetto imperioso della sovrana. Nel suo scettro sono incastonate le solitudini sonore che l’attraversano: sferzate di vento, pioggia che scroscia, lampi che squarciano, tuoni che scuotono, voci che sussurrano, fruscii che si dileguano, respiri che si avvicinano, versi che si zittiscono, labbra che tacciono, sentimenti che si svelano. E quel volto, diafano al riverbero della pallida pietra di luna, si fa misterioso e imperscrutabile. Gioisce, è giunto il suo tempo, proclama il diritto di esistere, diffonde il rispetto delle proprie debolezze, emana il desiderio di libertà. Più di ogni altra cosa, la Notte, non può chiedere. Ha tutto quanto necessario per sentirsi imperatrice. Può scoprire ciò che il sole nasconde, piangere ciò che non può essere compreso, amare la quiete che parla, toccare il buio, concedere oscurità a chi intercede. Nulla è insormontabile per la Notte: misteriosa e intrigante, delicata e indistruttibile. Mentre immagina, fantasticando, l’abbaglio dei primi raggi, si lascia catturare dolcemente dalle braccia di Morfeo. Così Lei nel sopore, si abbandona al sogno. Sogno che risveglia altri sogni, strappati dal profondo, segreti dell’anima, teneri e soavi o dolenti e travagliati, destati dall’inconscio quando finalmente si distende e si assopisce.
Nel frattempo, lingue grigie, create dagli uomini, aspettano di essere accarezzate da isolati meccanismi artificiali, mentre sprazzi illuminati combattono per sconfiggere le tenebre.
La notte sceglie il buio e desidera la luce, abbraccia l’invisibile e invita al chiarore, inventa mille avventure e cade nell’oblio, ascolta il silenzio e trepidante attende, anelando sulla culla del mattino, il ritorno del suo amato e fedele re sovrano: il giorno.
Divagazioni “poetiche”
NOTTE
Vagando su una lingua grigia,
immersa nella natura,
non mi accorgevo
che era una strada.
Scivolava nella notte.
Inghiottita dalla notte.
Solitaria.
Temeraria.
Tormentata.
Impaziente.
Struggente.
Ed io, con Lei.
(Rosalina)