Vento”Garbino” (Leggenda)
Tanto tempo fa il signor vento “Garbino”, girava il mondo in lungo e in largo attraversando cielo terra e mare soffiando e sbuffando a suo piacimento.
Un giorno si accorse di avere le scarpe rotte e si recò dal calzolaio per farle aggiustare: – Devi far presto signor calzolaio, stasera devo ripartire per un altro lungo viaggio -. L’artigiano lavorò alacremente e le scarpe tornarono come nuove. “Garbino” soddisfatto chiese:
– Quanto ti devo per il tuo lavoro ? – Il calzolaio chiese dieci soldi. Vento “Garbino” cercò nelle tasche davanti dei pantaloni, nelle tasche dietro, nel taschino della camicia e poi:- Accidenti calzolaio! Ho dimenticato il portafoglio nella tasca del cappotto che ho lasciato a casa. Ci metto un soffio, vado a prenderlo e vengo a pagarti-. Salutò il calzolaio ma non tornò. Come al solito, girando il mondo tutti lo conoscevano e lo rispettavano e lui, invece, si divertiva moltissimo facendo il bullo spavaldo prepotente e dispettoso: giravolte, turbinii, mulinelli; non accorgendosi di combinare guai. Faceva volare via le tegole dai tetti, sradicava alberi, spezzava steccati e recinti, staccava rami. Si insinuava nell’acqua di mare alzando onde gigantesche, si infilava nelle valli come un rombo di tuono e, sghignazzando, disturbava gli automobilisti lungo le strade. Alzava, nel deserto, nuvole di sabbia per poi gioire nel trasformarle in tempesta e faceva preoccupare e spaventare gli uomini quando soffiava con forza sul fuoco causando incendi che distruggevano intere foreste.
Accadde che, per il troppo girovagare intorno al mondo, le scarpe a “Garbino” si ruppero di nuovo. Di nuovo il vento tornò dal calzolaio per farsele mettere a posto. Il calzolaio, stavolta, dopo averle sistemate pensò che quel vento si era comportato in modo altezzoso e vanitoso. Contrariato per non essere stato pagato e stizzito per la sfacciataggine di “Garbino”, che non si era ricordato di saldare il debito per il lavoro precedente, escogitò uno strano sistema per dargli una lezione. Essendo uno specialista nel suo mestiere, dopo aver riparato le calzature aggiunse, all’interno di esse, delle corpose pennellate di colla su cui attaccò con maestria un sostanzioso strato di chiodini. Il vento si comportò come la prima volta non pagò, non si accorse dello scherzetto e, salutando ripartì per il mondo.
Trascorse una ventina di soffiate “Garbino” cominciò ad avvertire un certo pizzicorio ai piedi che man mano diventò un vero dolore insopportabile. Non riusciva a togliersi le scarpe e lamentandosi con penetranti sibili, pensò bene di recarsi dal dottor “Albert Rinnovabilus” grande eminenza grigia, famoso ricercatore-scienziato, vincitore del premio Soffiel per aver scoperto l’energia alternativa molecolare. Il dottor “Rinnovabilus”, dopo averlo visitato, lo rimproverò per aver usato la sua forza ventosa in maniera così distratta e maldestra. Gli ordinò la seguente cura:- Ti consegno la mia girandola medica; con essa dovrai recarti su un alto monte ed esercitarti a soffiare con tutta l’energia che possiedi. Questa terapia di mia invenzione è portentosa e ti guarirà-. Vento “Garbino” cercando un luogo adatto, trovò dalle nostre parti ciò che faceva al suo caso e si fermo’ sulla cima della montagna di Castiglione Messer Marino e iniziò a soffiare sulla girandola medica. Si sprigionarono una miriade di stelline che, cadendo sulle rocce, fecero spuntare tante nuove girandole. Più le girandole giravano e più il dolor di piedi diminuiva fino a scomparire del tutto. Le girandole sprizzavano scintille di energia che gli uomini raccolsero facendole passare attraverso lunghi e sottili fili di rame ricoperti di materiale protettivo.
Questa energia, oggi, arriva fino alle nostre case. È chiamata energia pulita perchè non fa male a nessuno e non combina danni. È energia prodotta dalla forza del vento “Garbino”, è energia eolica. Ci permette di riscaldare l’acqua per fare la doccia, fa funzionare gli elettrodomestici: lavatrice, frigorifero, robot da cucina, ferro da stiro, asciugacapelli, televisore, aspirapolvere, computer, lampadine.
La montagna di Castiglione Messer Marino e quelle intorno sono costellate di girandole, le vediamo anche da Atessa e ci sembrano fiori che muovono i petali al soffio del vento “Garbino”.
La storia, ha preso spunto da un racconto di R. Pezzani. L’insegnante R.P. ne ha curato un libero adattamento con la stesura di un nuovo testo originale. Con i bambini dell’ultimo anno in collaborazione con le altre docenti della scuola dell’infanzia di San Luca di Atessa è stato realizzato un libro gigante “tattile” composto su cartone, suddiviso in sei sequenze/pagine più la copertina, realizzate con materiali di ogni tipo, di recupero e riciclati. Si sono adoperate carte di ogni genere: da regalo, ondulata, bristol, velina, velluto; strisce di guarnizioni per torte, vassoietti dorati e confetti decorativi per dolci, cilindro interno dei rotoli di carta per fare le tegole , corteccia, pasta alimentare per fare il vento in copertina, riccioli di plastica, tappi a corona, ritagli di stoffe e di immagini da riviste per le scarpe e per fare la figura del dottor “Rinnovabilus”, buste di biscotti e cannucce per fare le girandole, sassi per le montagne, vecchi fili elettrici per legare le pagine del libro, glitter a stelline, striscette e guarnizioni da merceria, velcro, chiodini da calzolaio, palloncini ed altro ancora. Per ogni pagina sono state adottate più di una tecnica manipolativa ed espressiva: puntinismo, collage, pittura a dita, a tempera, coloritura a pastello, a pennarello, a spugnaggio, ritaglio, montaggio, piegature particolari con le carte, plastilina.
Il libro intitolato proprio “La leggenda di Vento Garbino” ha partecipato al concorso nazionale “Bosch Missione Ambiente” 2009: IL FUTURO CHE VORRESTI. Alla scuola dell’infanzia di San Luca, è stato assegnato il riconoscimento di “Scuola Verde” risultando vincitrice di una Mediateca insieme ad altre dieci scuole d’infanzia di tutta Italia. La storia, solo in parte, e le altre scuole vincitrici possono essere visionate, sul sito boschmissioneambiente.it (al momento non più raggiungibile).
Divagazioni “poetiche”
NELLA NOTTE
Nel silenzio odo un leggero frusciare.
Il vento della notte pare sfiorare,
accarezzare le foglie.
Tremulano, quasi danzano le foglie.
Ora sono verdi, leggiadre, rinfrescanti,
e già penso a quando saranno penzolanti.
Cadranno, sferzate sempre dallo stesso vento,
questa volta non tenero, ma violento.
Una foglia che cade assomiglia un po’ a me,
ma da lei ne nasceranno altre tre.
Divagazioni “filastroccose”
VENTO
Vento che spazzi
vento che strappi,
vento leggero
vento severo.
Corri…vai
non ti fermi mai.
Aspettare tu son sai.
Freddo, caldo, non importa
bussi spesso alla mia porta.
Quasi sempre non rispondo
e tu fai il girotondo.
Poi, così come sei arrivato
Te ne vai tutto d’un fiato.
(Rosalina)