Riflessioni sulla scuola
Ci troviamo in un periodo storico difficile per il nostro paese e l’ istituzione scolastica risente della situazione sia in ordine alle nuove esigenze della società e sia dal punto di vista educativo – organizzativo. In prima analisi la scuola è lo specchio della società attuale. Raggruppata e contorta, con mille sfumature e chiaro scuri. Ci sono esempi agli antipodi che presentano modelli di alto valore culturale, oppurre modelli discutibili. Così veleggia una scuola disorientata e confusa, tormentata da cavilli burocratici, assillata da esigenze, opportunità, obblighi e convenienze più o meno essenziali.
La scuola dovrebbe essere, secondo le mie convinzioni, non solo luogo fisico, ma metafisico in cui risiedono i valori positivi che regolano comportamenti, azioni, pensieri del genere umano.
Personalmente colloco al primo posto il valore del rispetto verso l’ altro in tutte le sue forme possibili: rispetto delle opinioni altrui, della sana convivenza civile, della cittadinanza, della solidarietà, del dialogo costruttivo, del confronto aperto e leale, dell’impegno e delle responsabilità di fronte ai cittadini del futuro.
La scuola ha nelle mani “persone” che vanno guidate, informate e preparate ad analizzare la società in maniera critica. Il suo compito è consegnare alle nuove generazioni conoscenze e competenze opportune per guardare “ciò che c’ è intorno” in maniera cosciente.
In breve la scuola non è semplice contenitore di progetti, attività varie, molteplicità variegata di mostre, spettacoli, opzioni, ma ciò che attraverso di essi deve consegnare: contenuti di qualità.
Essa è un organismo complesso che necessita di cure continuative, che nasce ogni giorno dall’impegno e dalla disponibilità di chi a diverso titolo ne fa parte.
La scuola nasce ogni giorno per i bambini, i fanciulli, i ragazzi e i giovani che si aspettano dal mondo adulto comprensione, empatia, risposte. Essi chiedono partecipazione, intraprendenza, concretezza. Il mondo adulto può sostenerli, nella scalata verso la piena autocoscienza, con l’ esempio di una scuola collaborativa, che coopera ergonomicamente con tutte le componenti educative e sociali della collettività.
La scuola nasce ogni giorno dall’esempio della costanza, della professionalità e dell’apertura del personale adulto che vi opera: docenti, non docenti, dirigenti, che devono dimostrare oculatezza ed attenzione di fronte alle difficoltà quotidiane ed avere al tempo stesso lungimiranza per il futuro e memoria del passato, per non disperdere talento e creatività e per trarre da ogni occasione soluzioni che favoriscano insegnamenti ed apprendimenti validi e sostanziali per gli alunni. La scuola ha in sé il germe della tensione al miglioramento continuo, alla ricerca e allo sviluppo di tutte le strade percorribili per essere nella società veicolo ininterrotto, duraturo e stabile di rinnovamento della cultura.
La scuola nasce ogni giorno dall’ esempio di genitori consapevoli che, nonostante i disagi e le incertezze che affollano le giornate, credono nella forza della coerenza sinergica scuola – famiglia. I genitori desiderano affidare i propri figli ad una scuola che sia fonte di sicurezza, serietà, onestà, competenza, che sostenga ed aiuti a riconoscere ed allontanare superficialità, pettegolezzo, incongruenza. Le famiglia chiedono convinzione, determinazione, tenacia, chiarezza, constatando che, nell’abitudinarietà scolastica, spesso si tende a motivare la correttezza delle scelte educative attraverso accomodamenti, modifiche e revisioni che rimandano piuttosto a situazioni precarie e di difficile gestione.
La scuola nasce ogni giorno dall’esempio che essa stessa dà nell’ aprirsi al territorio.
Essere agenzia educativa implica facilitare, anzi, agevolare rapporti multiformi con altre agenzie educative presenti nel territorio quali altre scuole, enti locali e non, oppure associazioni, altre istituzioni. Tali rapporti sono fondamento del legame profondo fra mondo interno ed esterno alla scuola; non si può pensare una scuola staccata dal contesto socio – ambientale – culturale dove si svolge il vissuto degli scolari. La scuola non può essere un ghetto. La relazione con il territorio ha, pertanto, finalità di arricchimento di nuovi saperi, di scambi formativi, di stimoli nuovi ed originali, di sana aggregazione, di risvegliate energie animate dalla novità e dal cambiamento.
Se la scuola è luogo di vita, necessariamente nasce dal concorso leale ed affidabile di tutte le forze in essa presenti, un concorso paritetico ed unitario che contempli comunità più che individualità, tolleranza più che risentimento, fiducia più che sospetto, conciliazione più che provocazione, umanità più che egoismo.
Divagazioni filastroccose:
NOVEMBRE
A Novembre ogni bambino
Presto indossa un cappellino.
Freddo, pioggia e influenza
Fanno perdere la pazienza.
Per guarire a tutta velocità
Novembre dà frutti di qualità:
olive, castagne e nocciole
melagrane a chi le vuole!
Invita tutti ad un grande avvenimento
Che inizia silenzioso con l’ Avvento.
Prepara al Natale, accendendo un lumino,
Aspettando la nascita di Gesù Bambino.
(Rosalina)