La musica strumentale nel Barocco
Nel periodo Barocco si afferma anche la musica strumentale, che conosce un grande sviluppo grazie all’avvento del violino, ed al perfezionamento di altri strumenti, tra i quali l’organo e il clavicembalo.
Girolamo Frescobaldi (1583-1643), già nominato per quanto riguarda la musica strumentale nel Rinascimento, è il grande organista di questo secolo e l’iniziatore di una scuola da cui escono allievi come Michelangelo Rossi (+1656), Bernardo Pasquini (1637-1710) e Johann Jakob Froberger (1616-1667), organista alla corte di Vienna. Molte composizioni di Frescobaldi conservano ancora lo stile polifonico, ma in tante altre si sente già la predilezione per le forme libere (del preludio e della toccata), dove la fantasia e l’improvvisazione del compositore si possono manifestare appieno. Dopo l’Italia è la Germania che vanta una scuola organistica di grande prestigio: il più grande organista tedesco del Seicento è Dietrich Buxtehude (1637-1707), esecutore e compositore di altissimo valore, da molti considerato a pieno titolo come il padre spirituale di J.S. Bach.
Nato verso la metà del Cinquecento, il clavicembalo, o gravicembalo, ha il suo momento di maggiore splendore proprio nel periodo barocco.
E’ la Francia che in questo periodo vanta i più originali clavicembalisti: dopo Jean Titelouze (1563-1633) e Champion de Chambonnières (1602-1672), la personalità di maggior spicco è quella di François Couperin (1668-1733), detto le Grand per distinguerlo dagli altri numerosi Couperin, singolare famiglia di musicisti che per ben due secoli, tra il Seicento e l’Ottocento, furono organisti nella chiesa di Saint Gervais a Parigi.
Tra gli italiani emerge la figura di Domenico Scarlatti (1685-1757) figlio di Alessandro, autore di 550 sonate a un tempo per clavicembalo che anticipano la futura tecnica pianistica.
La comparsa del violino coincide con lo strutturarsi delle prime vere orchestre nel senso moderno della parola. Nascono in questo periodo composizioni per più strumenti: sonate, concerti e sinfonie del periodo barocco (che non hanno nulla a che fare per forma e stile con le sonate, concerti e le sinfonie delle epoche successive classica e romantica). La sonata può essere da chiesa – e quindi i suoi movimenti hanno un carattere grave e severo, mentre lo stile si mantiene polifonico – oppure da camera, che è un po’ la derivazione della suite, ossia una successione di danze a movimento vario.
Nel periodo barocco fioriscono il concerto solista, cioè il concerto per violino solo e orchestra, e il conceto grosso, vale a dire il concerto per un complesso di solisti, detto concertino, e l’orchestra.
Autore di celebri concerti grossi, oltre a numerose sonate da chiesa e da camera, è Arcangelo Corelli (1653-1713).
I suoi concerti grossi realizzano un considerevole progresso tecnico nell’arte violinistica ed orchestrale. Corelli visse ed operò prevalentemente a Roma e fu considerato il più insigne violinista del barocco.
Il concerto ha il suo massimo esponente in Antonio Vivaldi (1678-1741), cui spetta il merito di aver anticipato la struttura in tre tempi del concerto moderno dando il giusto rilievo alla parte solistica.