Il Romanticismo e le nuove forme musicali
Durante il Romanticismo nascono nuove forme musicali, espressione del gusto e degli ideali della nuova generazione. Il notturno, per esempio, è una trasformazione romantica della classica forma di minuetto, in cui l’andamento ritmico e l’atmosfera armonica e melodica conferiscono un carattere di pensosa malinconia.
Anche il poema sinfonico prende forma dal confluire di elementi poetici e allegorici entro gli schemi della sinfonia. Nel poema sinfonico la forma tradizionale della sinfonia, con le sue classiche strutture tematiche e con i diversi momenti o tempi, cede però il passo al programma poetico, descrittivo o filosofico che ispira la composizione. Gli elementi fondamentali del linguaggio musicale – ritmo, melodia, armonia, effetti timbrici – acquistano una funzione volutamente descrittiva, narrativa o simbolica. Il poema sinfonico – invenzione squisitamente romantica – è quindi un grande affresco sonoro che cerca la fusione ideale della musica con la letteratura, l’arte, la filosofia, la religione. In esso i diversi temi, che nel periodo classico si susseguivano secondo una logica essenzialmente musicale, vanno assumendo ora il significato di simboli. La sonata stessa sottintende quasi sempre la confessione poetico-musicale di un dramma interiore.
Un aspetto tipico del Romanticismo è la scoperta del ricco patrimonio di leggende, canti, danze popolari dei diversi paesi che introduce elementi, suggestioni e ideali nuovi anche nel mondo della musica colta. Fioriscono così nel Romantismo scuole nazionali famose: in Russia con Modest Mussorgskij (1839-1881), Mili Balakirev (1837-1910), Tzerar’ Cui (1835-1918), Aleksandr Borodin (1833-1887), Nicolaj Rimskij Korkov (1844-1908), nella Repubblica Ceca e in Slovacchia con Bedrich Smetana (1824-1884), in Scandinavia con Edvard Grieg (1843-1907), in Spagna con Isaac Albèniz (1860-1909) ed Enrique Granados (1867-1916).
Un altro aspetto significativo della letteratura musicale del Romanticismo sono i lieder, vere e proprie canzoni d’arte su testi di grandi poeti. La parola tedesca lied (al plurale lieder) indica infatti una poesia con musica, in pratica una canzone. Il lied è un genere soprattutto del Romanticismo, ma le sue origini, sicuramente antiche, sono rintracciabili nelle canzoni dei Trovatori e dei Minnesaenger. Un buon numero di compositori del XVIII e del XIX secolo si sono cimentati con questa forma vocale, semplice ma intensamente espressiva, creando quella che si può ben definire la “canzone d’arte”. Il lied è solitamente destinato a una voce solista accompagnata al pianoforte, ma spesso è concepito anche per coro.
Franz Schubert (1797-1828) è il più grande compositore di opere di questo genere, che rappresenta l’angolo più intimo del musicista romantico, una sorta di confessione fatta a una ristretta cerchia di amici, forse l’espressione più genuina dello spirito di questo periodo.