La musica strumentale nel Rinascimento
La musica del Rinascimento è soprattutto vocale, non essendo ancora disponibili strumenti che siano in grado di competere validamente con le possibilità espressive del canto.
Già nel Quattrocento però si mettono in luce l’organo e il liuto come strumenti atti a eseguire composizioni di una certa complessità, e sono proprio essi a dare l’avvio a una tecnica strumentale che, almeno all’inizio del secolo, risente dell’influsso dello stile vocale. Mottetti e canzoni vengono così trascritti per organo e liuto.
Il più importante centro di musica organistica è Venezia, la cui chiesa di San Marco possiede, già nel 1490, due organi situati nelle due navate principali. A Venezia si forma Andrea Gabrieli (1510-1586), il nipote Giovanni Gabrieli (1557-1612), e Girolamo Frescobaldi (1583-1643), uno dei più grandi organisti di ogni tempo, oltre che abile suonatore di diversi strumenti e autore di numerosi brani di musica vocale.
Nascono le prime forme musicali per organo: il ricercare è l’equivalente strumentale del mottetto, mentre la toccata è un brano ricavato dalle improvvisazioni che l’organista effettua prima di ogni esecuzione vocale, sia per preparare l’atmosfera del pezzo da eseguire, sia per introdurre i cantori alla tonalità. La canzone invece altro non è che la trasposizione strumentale dell’omonima forma vocale.
Il liuto gode di grandissimo favore nel Rinascimento. Non vi è casa aristocratica o borghese in cui non ve ne sia uno. Non troppo difficile da apprendere, questo strumento dà modo di eseguire, dopo un minimo di studio, trascrizioni di madrigali, motivi di danza ecc., con sistemi di scrittura speciale che prendevano il nome di intavolature per liuto.