Un chicco tanti chicchi
Chi bussa? Non c’è nessuno. Picchiettio sui vetri sordido battito. Insistente. E’ un chicco? No. Tanti chicchi. Sembrano richiamo, invito, voce. Un chicco mai solo. Quanti chicchi! Tutti uguali, in massa, all’improvviso. Gelidi. Bussano ma non entrano. Anzi, scivolano e se ne vanno. Chicchi piccolissimi, gemme bianche, opalescenti. Venite da dove? Scendete da quale scala? Brevi attimi per salutare la terra e poi, più nulla. Così come giunti vi dileguate nell’arco di uno sguardo. Solo il tempo di esistere che già sparite… Non chicco di grano, nè chicci di caffè. Semplicemente misteriosi. Che viaggio… Perturbato, veloce. Inattesi, neanche il tempo di salutare… inopportuni. Senza galateo alcuno. Giusto il tempo istantaneo di un fuggevole sguardo. Solidi rotondicci di acqua: che grandinata! La grandine, un annuncio d’autunno inusuale. Un tempo era la nebbia a comparire per prima. Chissà quel tempo dov’è andato. Dileguato, forse, come la nebbia. Il signor Tempo ‘non ha tempo’ di filigranare quelle miriadi di goccioline nebbiose… Ci vuole troppa pazienza, meglio metterle insieme, così arrivano presto, si sciolgono presto e spariscono presto. Sei stato clemente, signor Tempo, chicchi minuscoli… altrimenti… A volte ne hai combinate delle belle con la grandine… Così gli esseri umani la smettono di lamentarsi delle nebbie malinconiche. Nulla vieta che più in là, tanto per rinfrescare la memoria… una capatina nebbiosa… una rimpatriata è doverosa. Per non dimenticare che … il signor Tempo se le studia tutte… In barba ai metereologi che studiano come fargli le scarpe!!
(Rosalina)