La fata delle bertucce
C’era una volta un re che aveva un regno popolato da pochi sudditi. Era un re presuntuoso e prepotente che pretendeva obbedienza assoluta, incapace di avere amici, bugiardo dall’aspetto fiero, forte con i deboli e debole con i forti.
Tanto presuntuoso da sentirsi onnipotente ma, gli mancava qualcosa. Si sentiva solo e voleva proprio tutto. Voleva persino il mondo dei sogni sottomesso ai suoi desideri! Il territorio del suo regno era solitario, popolato da pochissimi animali e piante per via della sua continua, incontrollabile mania di essere unico e irripetibile re magnifico. E la sua reggia era completamente rivestita di specchi dove, con piacere immenso, si rimirava continuamente. Non era soddisfatto, voleva diventare il possessore di un grande impero e così ordinò che a corte si presentassero tutti gli esperti di magia che potessero esaudire le sue manie di grandezza.
Scelse una strega travestita da fata che si faceva chiamavare ‘fata delle bertucce’.
– Fata delle bertucce, dimmi, come divento imperatore?-
Rispose fata delle bertucce:- Semplice, basta che infili ogni giorno uno di questi anelli che si trovano in questo cofanetto che ti regalo-.
Così dicendo gli consegnò un portagioie a tracolla, cesellato ed intarsiato d’oro e d’argento, ricoperto completamente di gocce di rugiada.
Disse la fata delle bertucce:- Attento! Usa gli anelli con coscienza, senza codardia e, assolutamente, non perdere la chiave, altrimenti non potrai ottenere quello che vuoi e sarai perduto!-.
Il re indossò a tracolla il cofanetto e con sarcastico sorriso si ritirò nelle sue stanze private.
Il re ogni giorno infilava un anello diverso e gli capitò di vedere una infinità di mondi. Incontrò il mondo dell’allegria dove tutti erano gioiosi e simpatici. Il mondo delle parole, dove ognuno aveva sempre da dire qualcosa e c’era continua confusione perchè tutti volevano avere sempre ragione. Il mondo dei fiori e si spaventò moltissimo (strano per un prepotente!) quando incontrò quelli carnivori… non pensava esistessero fiori cattivi. Vide caverne illuminate da lucciole, stelle azzurre che andavano sull’altalena, case a rovescio, animali che camminavano nel cielo, cagnolini con la lingua di camaleonte e persino un serpente che strisciava al contrario.
Puntualmente, in ogni mondo che visitava, a chiunque, diceva di essere il loro imperatore e guai se si fossero permessi di contraddirlo!
Un giorno, lo faceva spesso per divertimento, dopo aver attraversato il pozzo-tunnel che portava dall’altra parte del mondo… SBAM! Il pozzo-tunnel si richiuse immediatamente. Sicuro di sè cercò il cofanetto. L’aveva perso, non c’era più, la tracolla si era persa mentre faceva il viaggio! Si disperò, invocò la fata delle bertucce ma… niente.
E’ ancora lì, in attesa che qualcuno si ricordi che esiste e lo riporti nel suo regno.
(Rosalina)