La regista Emanuela Giordano ‘Teatranti nel Parco’
Quale migliore "location" (dico questo termine perchè trendy, vintage, glamour eccetera eccetera), ma, personalmente, preferisco l’italianissimo "scenario".
Quale migliore scenario il paese di OPI, cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, per un piccolo ma intenso laboratorio di regia! E con una insegnante da fare invidia. Emanuela Giordano, attrice, doppiatrice, sceneggiatrice, scrittrice di testi teatrali e cinematografici, regista che lavora sulla scrittura creativa e scenica contemporanea ed alla ricomposizione di testi classici. Emanuela Giordano è un’eclettica preparatissima insegnante che, empaticamente, ha regalato ai teatranti del parco sensazioni, imput, "step" (dice Emanuela Giordano), che vanno al di là della semplice nozione teoretica che ha a che fare con il teatro. Insegnamento di vita, attraverso l’analisi, la fantasia, la visione diversa della stessa trama e dello stesso scenario.
Fondamentale sapere cos’è e cosa fa un regista. Una introduzione al laboratorio bellissima, come espressione di pensiero e azione profonda delle proprie convinzioni e conoscenze.
Essere regista oggi è un atto di responsabilità afferma Emanuela Giordano. Ha a che fare con le parole e le parole hanno un potere, malefico o benefico a seconda di come le si usa, le si compone, le si distribuisce. Il regista è una figura demiurgica che conduce il destino di un gruppo, che costruisce un equilibrio dei segni, che dà missione ad un testo e, contemporaneamente vede da fuori.
Il regista ha la leggerezza dell’intelligenza e, non dovrebbe essere, come oggi è diventato, celebrazione di se stesso, dopo che, negli anni ’50 del ventesimo secolo, è assunto a star apologo di sè. Dalla figura del capocomico che assumeva su di sè la parte fondamentale di uno spettacolo e le responsabilità ad esso connesse ad una figura che si trasforma diventando un elemento distinto e moltiplicato da correnti di pensiero e di azione teatrali.
Il regista, per essere tale, dovrebbe agire, comunque sempre, con atto di onestà ed unicità. Onestà per il diritto a dare senso etico al proprio pensiero; unicità per il diritto di esprimere la propria complessità senza atti di narcisismo, afferma Emanuela Giordano.
Che dire del laboratorio successivo sull’Otello di Shakespeare! Analisi dei personaggi, che l’autore non giudica ma osserva vivere e del racconto della trama, moderna più che mai, costruita su mondi a cui tutti possono partecipare… Compito del laboratorio: raccontare e affascinare convincendo che sia la propria storia con gli stessi personaggi, mantenendo la trama a larghe maglie e… liberare la fantasia!
Divertimento puro! Ne abbiamo sciorinato di ogni colore: dal commento delle vicende di Otello viste dal popolo, alla visione in tv della soap opera di Otello, alla redazione di un giornale che, con un numero speciale deve andare in stampa per commentare il gossip del matrimonio segreto di Otello e Desdemona. Linguaggio verbale miscelando dialetto ed italiano, corporeo come quello di ogni giorno, senza sovrastrutture calcolate e studiate, all’impronta, spontaneo. La rivelazione di ogni sè, stupenda lezione di un teatro vivo!
Emanuela Giordano ci ha supportato, consigliato, criticato, redarguito, ma tutto in grande empatia, confronto sereno, liberamente ma compiutamente.
Peccato che sia durato soltanto un week-end!
(Rosalina)