Tutto o niente, un particolare, comunque
Manca un niente, questione di particolari. Quel quid che dà, comunque, la sostanza, la rilevanza, l’importanza, il valore al tutto. Può mancare, ma essere anche di troppo!
Comunque una sottigliezza, una sbavatura, una sottile differenza, che fa la differenza. Un particolare, i particolari,
sono invisibili o, al massimo, relegati in second’ordine a chi guarda il tutto. Il particolare sa di stranezza, di diversità. Potrebbe essere insolito, oppure tratto assolutamente distintivo di originalità. Piccolo dettaglio, di solito, il particolare… un niente. Facilmente catturabile se il sentire dell’anima ha nelle corde l’addentrarsi, il mettersi nei panni di, la famosa empatia.
Una esclusività, forse, oppure solo una predisposizione, o un allenato ascoltare nel catturare le sottigliezze che accompagnano le infinite mattonelle di cui è composto il soffio vitale di ogni essere umano.
Tutto o niente può fare di un segno particolare un’opera d’arte, un romanzo, una sinfonia, una poesia, una danza. Tutto o niente può fare di un uomo un pensatore o uno sventato e di un essere vivente un insetto o una pietra. Questione di particolari minimi, di condizioni fisiche, chimiche, ambientali. C’è sempre una scintilla che brilla inizialmente, quel particolare, quel niente che genera il tutto.
Manca un niente, un leggero ritocco di pennello, per dare ad un ritratto l’espressione giusta. E basta un niente, una esile sbavatura per renderlo totalmente inespressivo, incomunicabile.
Nella generalità dei casi, si dice. Cioè, principalmente esistono i particolari che danno tono, senso, significato, riconoscimento al tutto, al generale, al complessivo, al totale.
Si dice, possedere particolari doti, un particolare che non deve sfuggire, un interesse particolare, un’ora particolare, un gesto, un richiamo, un punto, un pensiero, un modo, un’esigenza, un bisogno, una richiesta, un evento, una creazione, una maschera, una luce, un modello, un tessuto, uno sguardo, un odio o un amore, un sogno o un desiderio, un viso o un naso, particolare. Particolari da evidenziare per sottolineare un’idea, una realizzazione architettonica, una formula chimica, una ricerca scientifica.
Senza particolari il mondo sarebbe piatto. Le peculiarità di ogni cosa. Ognuno di noi è particolare ed ha i suoi particolari. Nell’aspetto fisico ed in quello interiore.
Lo sono anche le pietre. Dalle più insignificanti e senza stile, per chi non osa guardarle con empatia, alle cosiddette pietre preziose. Lo zaffiro o il rubino sono comunque, dei corindoni particolari, colorati a seconda dei metalli con cui sono legati. E lo smeraldo una particolare espressione del berillo e il diamante una particolarità del carbonio e l’opale, splendido esempio di minerale ‘amorfo’ mai uguale, sempre particolare, che sia detto di fuoco o arlecchino o nobile.
E nella botanica, ogni famiglia arborea o erbacea ha le sue particolari caratteristiche. E nella zoologia lo stesso. E che dire se si pensa all’arte nel complesso. E’ arte quello che lascia messaggi del nostro sentire dentro. Ora con le parole, ora con i colori, ora con il corpo. L’arte, comunque, un tutto composto di particolari.
Ed allora, ciò che esiste in serie cos’è? Auto in serie, abiti in serie, stoviglie in serie. Ripetizioni di particolari. E, se li vuoi ancora più particolari c’è l’elite della serie, haute couture della moda, le suite negli alberghi a tante stelle, l’oggetto di design.
Semplicemente ripetizioni di particolari che l’essere umano costantemente crea per alimentare, nutrire, soddisfare, mantenere quel bisogno di essere unico, irripetibile, diverso.
E, se l’egoismo non c’entra, l’unicità del particolare è valore eccelso e sublime dei rapporti umani.
Divagazione Poetica
QUANDO C’E’
Marasma intricato
di mille significati.
Dedalo di sentieri.
Labirinto del conoscibile.
Aquilone che ondeggia
fra le correnti.
Quando c’è,
sempre c’è.
Un particolare.
Ma,
dove, come, cosa?
Ne vorrei l’essenza.
Tutto e niente.
Sconosciuta possibilità
di percezione inafferrabile.
(Rosalina)