Tempo della Maschera Carnevale (1 parte)
Maschera. Quanti significati ha sottinteso questa parola! Maschera di carnevale, in questo periodo. Adoperiamo, però, questo termine per indicare molto altro che riguarda le condizioni interiori dei nostri atteggiamenti e comportamenti verso noi stessi e verso gli altri. Generalmente in senso metaforico. Cioè, con una immagine conosciuta, accendiamo emozioni che ricordano sentimenti suscitati dall’idea della maschera. La maschera nasconde un volto. Non sai chi c’è dietro. E con la maschera ti puoi permettere di essere quello che sei o non sei veramente. La maschera protegge chi la indossa. A seconda dell’occorrenza, della convenienza, della necessità. Del tipo: forte con i deboli e deboli con i forti. Oppure la maschera diverte, oppure racconta ciò che non avresti il coraggio di raccontare. E così, ciascuno di noi, ogni mattina, può indossarne una, che non è attacata sul volto, ma dentro la nostra anima. Come dire, ad esempio, oggi mi sento triste ma nessuno deve saperlo, riderò, scherzerò oppure canterò, purchè nessuno capisca o percepisca che sono triste. che soffro. D’altronde tutti mi conoscono come persona disponibile ed aperta, non posso permettermi di sembrare diversa!
Maschera, apparenza e/o finzione. E’ diventato un modo di dire "mettersi la maschera" per indicare una conditio sine qua non, con o senza la quale diventa giocoso o doloroso trascorrere momenti della propria esistenza.
La maschera trova posto in una molteplicità di discipline ed attività umane.
Farsi una "maschera di bellezza", oppure, in maniera diametralmente opposta e di tutt’altro stampo, nella letteratura, la "Maschera di ferro" di Dumas e "Uno nessuno e centomila" di Pirandello; cinematografia, "The mask", fumetti Diabolik, arte vedi le maschere di Picasso e De Chirico, televisione "Zorro" (in spagnolo volpe), cartoni animati che ricalcano più o meno pedissequamente romanzi e pellicole cinematografiche e nella filosofia , da Socrate a Schopenhauer, solo brevissimi esempi per sottolineare come le maschere sono state definite "giocattoli dell’Io: facce che si possono indossare, personaggi momentanei, ricorrenti o stabili che hanno sempre consentito alla gente di giocare con l’identità".
Nei banditi europei, ad esempio, oltre a nascondere il volto, la maschera segnò l’affermarsi di una moda o almeno di un sistema per distinguere i briganti dal volgo fino al Cinquecento.
Nell’Ottocento, nel West i banditi si coprivano il naso e la bocca con il fazzoletto, un trucco imparato dai minatori, che evitavano così di farsi entrare la polvere in gola.
Per i rapinatori, oggi la maschera è una strumento di lavoro indispensabile, perché esistono le telecamere dei sistemi di sicurezza, la tecnologia per l’identificazione, e una televisione che ha la possibilità di diffondere una fotografia in tutto il pianeta. Di solito i delinquenti indossano oggetti facili da trovare in commercio, come maschere di Halloween, passamontagna e calze di nylon.
I mille modi di indossare una maschera!
(Rosalina)
Divagazione Filastroccosa
SCHERZI DI CARNEVALE
Carnevale,
ogni scherzo vale.
Mi metterò una maschera
da Pantalone,
dirò che ogni mio starnuto
vale un milione.
Mi metterò una maschera
da pagliaccio,
per far credere a tutti
che il Sole è di ghiaccio.
Mi metterò una maschera
da imperatore,
avrò un impero
per un paio d’ore:
per voler mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell’anno…
E sarà il carnevale
più divertente
veder la faccia vera
di certa gente.
(G. Rodari)