Laboratorio poetico dedicato a GIANNI RODARI
GIANNI RODARI
Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980) è stato uno scrittore e pedagogista italiano, specializzato in testi per ragazzi ed infanti e tradotto in moltissime lingue.
Il 2010 è stato l’anno per ricordare Gianni Rodari. Si è celebrato
il novantesimo anniversario della nascita, il trentennale della morte e il quarantennale della assegnazione al grande scrittore italiano del più prestigioso riconoscimento internazionale per scrittori di libri per ragazzi, l’ H.C. Andersen Award (1970 a Bologna). A Gianni Rodari, considerato un “classico” della letteratura per ragazzi, tradotto in più di 50 lingue, la FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI DI BOLOGNA 2010 ha dedicato un omaggio e lo ha fatto attraverso una serie di seminari e incontri e un concorso di illustrazione (che ha registrato 846 adesioni da tutto il mondo).
Con l’approssimarsi del Natale, dedichiamo, a Gianni Rodari, lo spazio che merita con una piccola raccolta di sue poesie a tema natalizio.
In calce al presente articolo, un simpaticissimo, gustosissimo scambio epistolare fra due bambini e il grande scrittore Gianni Rodari.
Il mago di Natale
S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
(Gianni Rodari)
L’abete di Natale
Un abete speciale
Quest’anno mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello,
lo farò nella mente,
con centomila rami
e un miliardo di lampadine,
e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.
Un raggio di sole
per il passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.
E poi giochi,
giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno
all’altro è uguale,
e non è mai festa.
Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
Natale è tutto sbagliato.
(Gianni Rodari)
Lo zampognaro
Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
“ Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.
Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“ Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso,
tutti i doni sognati,
più uno, per buon peso”.
Se comandasse il pastore
dal presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?
“ Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso,
il bianco, il moro, il giallino “.
Sapete che cosa vi dico
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente:
se ci diamo la mano
i miracoli si fanno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
(Filastrocca di Natale di Gianni Rodari “Filastrocche in cielo e in terra”)
Al cattivo un carboncino
Quando è l’ora, la Befana
alla scopa salta in groppa.
D’impazienza già trabocca:
l’alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto
fa l’ esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l’ ubbidienza:
La mattina al primo raggio
si precipita al camino.
Un bel dono al bimbo saggio,
al cattivo un carboncino!
( Gianni Rodari )
Filastrocca di Capodanno
Filastrocca di capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
(Gianni Rodari)
Filastrocca di Babbo Natale
Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale:
nel vecchio sacco ogni anno trovi
tesori vecchi e tesori nuovi.
C’e’ l’orsacchiotto giallo di stoffa,
che ballonzola con aria goffa;
c’e’ il cavalluccio di cartapesta
che galoppa e scrolla la testa;
e in fondo al sacco, tra noci e confetti,
la bambolina che strizza gli occhietti.
Ma Babbo Natale sa che adesso
anche ai giocattoli piace il progresso:
al giorno d’oggi le bambole han fretta,
vanno in auto o in bicicletta.
Nel vecchio sacco pieno di doni
ci sono ogni anno nuove invenzioni.
Io del progresso non mi lamento
anzi, vi dico, ne son contento.
(Gianni Rodari)
Il pianeta degli alberi di natale
Dove sono i bambini che non hanno
L’albero di Natale
Con la neve d’argento, i lumini
E i frutti di cioccolata?
Presto, presto, adunata, si va
Nel Pianeta degli alberi di Natale,
io so dove sta.
sono carichi di doni.
Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia,
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’è il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice:”Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…”
Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è.
Un bel Pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
A dire che non esiste…
Ebbene se non esiste, esisterà:
che differenza fa?
(Gianni Rodari)
L’albero dei poveri
Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bimbi è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori, che frutti buoni
oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi dal pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavallo che spicca il salto.
Quasi lo tocco…
Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero dei poveri sul vetro è fiorito:
io lo cancello con un dito.
(Gianni Rodari)
Il pellerossa del presepe
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito con le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i maghi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro Seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
perchè ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
(Gianni Rodari)
UNA FILASTROCCA INEDITA
Rodari venne premiato, con mezzo milione di lire nel 1963 (Premio Castello), questa che segue è la lettera che due bambini gli hanno scritto.
Di seguito la filastrocca di risposta di Rodari.
Caro Rodari,
grande sciupone,
che ne hai fatto
del mezzo milione?
Ti sei comprato
cento cappelli,
cento vestiti,
cinquanta ombrelli,
tre paia di scarpe con tutti laccetti,
una camicia con tutti merletti?
Oppure centossessanta cravatte
tutte quante color caffellatte ?
Ti sei bevuto trecento caffè,
con quattrocentocinquanta bignè,
oppure ti sei comprato un padellone
per cuocere la pizza fatata
che sta sopra alla borgata?
Caro Rodari,
uomo d’affari,
ora tu hai tanti denari
stanno solo in tua compagnia,
mandane un po’ a casa mia.
Ora ti salutiamo,
caro Rodari
con tanti saluti e baci cari.
Caro Carlo e caro Rolando
vi rispondo ringraziando
per la vostra letterona
molto gentile e molto buona.
una visita vi farò
fra non molto; vi porterò
qualche capitolo "pizzoso"
(che però non vuol dir noioso…).
La pizza in cielo continua a volare
io purtroppo ho tanto da fare…
L a medaglia che mi hanno dato
quando in tv mi hanno mostrato
non era d’oro nè d’argento:
ma un assegno da cinquecento…
Era un povero mezzo milione
in casa nostra fu accolto benone,
ma non gli piaceva la compagnia
ed è già volato via…
Mi è rimasta la somma giusta
per mettere il bollo a questa busta.
vostro Gianni Rodari