La danza come spettacolo (epilogo)
Dall’inizio del nostro secolo, e principalmente dopo la prima guerra mondiale, la danza si è continuamente arricchita di nuove forme, alcune di origine latino-americana – come il tango, la rumba, la conga, il mambo, il samba, il cha cha cha – altre di origine nordamericana come il fox-trot, il charleston, il boogie-woogie, il rock’n roll, il twist, lo shake e altri ancora. Tanti modi di "essere felici insieme" che in un certo senso sono espressione del nostro tempo e del nostro modo di vivere.
I nostri balli moderni sono la voce viva di paesi un tempo lontani, ma oggi tanto più vicini a noi, in un mondo in cui le distanze si vanno facendo sempre più piccole e i popoli, imparando a conoscersi, dimenticano anche per mezzo della danza e della musica ciò che li fa diversi, scoprendo ogni giorno di più ciò che invece li unisce.
La danza non è solo piacere di chi la esegue, ma anche di chi la guarda e l’ammira. L’antichità fu piena di cerimonie, di feste, di spettacoli in cui le danze singole o di gruppo, affidate a ballerini professionisti, erano eseguite con uno scenario appositamente preparato.
Si chiama coreografia l’arte di comporre azioni danzate in armonia con la musica per essere rappresentate dinanzi a un pubblico.
La danza artistica, la danza come spettacolo, ha una lunga storia che culmina nel balletto, la più grandiosa rappresentazione danzata che la fantasia dell’uomo abbia mai saputo concepire.
Anche la "danza spettacolo", come la musica, ha la sua versione leggera", i cui esecutori raggiungono sovente livelli artistici che nulla hanno da invidiare a quelli dei ballerini classici. Tutti hanno certamente ammirato al cinema o alla televisione l’indimenticabile Fred Astaire, leggero come l’aria, raffinato e divertente al medesimo tempo, l’elegante e acrobatico Gene Kelly, e infine le danze spettacolari dei celebri musicals Oklahoma, Sette spose per sette fratelli, West Side Story.
Come nel canto e nella musica strumentale, nella danza artistica si possono ammirare i pezzi "solistici" e quelli "corali".
L’assolo di un ballerino è come una melodia, l’espressione poetica di un sentimento, di un ideale, di un pensiero; si potrebbe dire che il corpo in movimento "canta" in modo figurato le vibrazioni dell’anima.
Il momento corale, cioè la danza del gruppo, dove la coordinazione dei passi, dei gesti, delle figure dà vita a un accordo perfetto, può essere paragonato all’armonia di tante voci diverse unite in coro.
Quando la danza diviene arte, può esprimere tutto. Essa può essere suggestiva come un dipinto, entusiasmante come una competizione sportiva, commovente come una poesia, avvincente come un romanzo, delicata come un ricamo.
Nella danza è possibile "vedere" la musica, vedere il ritmo, il canto, l’armonia, perché essa è già musica prima ancora di essere accompagnata dai suoni. Alla danza in tutte le sue manifestazioni, primitive, popolari, artistiche, la musica è debitrice di tanta parte della sua vita ritmica, del suo movimento, della sua espressione e delle sue forme.