BRIVIDI DI SORRISO
Non era possibile. Realtà… fantasiosa. E poi, a lei. E poi per lei. Una infinità di sorrisi che venivano a galla. Brividi. Brividi sulla pelle. Brividi nella mente. Brividi di sorriso. Ma dove li aveva lasciati. Non ricordava di averli mai incontrati i brividi di sorriso. Sorrisi amari tanti, tristi tanti ed erano passati, come il resto d’altronde. Pensare di poter sorridere era una possibilità recondita fino a poco tempo fa. Come negare che non l’aveva considerato. E poi le parole. E poi la musica. Per quale alchimia la musica e le parole si sposassero con i sorrisi non riusciva a spiegarselo. L’uno non necessariamente legato all’altra, ma comunque talmente tanto vicini che, a volte, un sorriso è parola, musica e viceversa. C’era qualcos’altro. Percepiva persino il più evanescente, minuscolo granello di pulviscolo del mondo e quella musica struggente, magica, morbida, "nell’aria", con la quale si avvolgeva, si proteggeva, si sentiva abbracciata, accarezzata, sfiorata. E poi, poesia di parole, che le dava un nodo alla gola costringendola a respirare profondamente per non sentirsi mancare. Un muro crollato che non sarebbe stato mai più ricostruito. Allo scoperto, senza oscurità, da rasentare la follia, come molecole di acqua a comporre, con gocce di memoria, un misterioso arco nel cielo chiamato arcobaleno. Un gelo antico, di ghiacciaio, su cui calde lacrime scorrevano disegnando sorriso… solo brividi di sorriso.
Divagazioni Poetiche
COLORI
L’iride
degli occhi
e l’iride
del cielo.
Uno.
(Rosalina)