Chi e’ un uomo – Ivan Basso e lo Zoncolan
Ivan Basso e lo Zoncolan. Che meraviglia di uomo! Questa è la tv che vorrei vedere sempre. Al giro d’italia, oggi, un uomo ha lottato e superato se stesso. Con grinta, con rabbia, con amore per la propria donna, con riconoscenza verso i suoi compagni, con gli errori commessi. Oggi ha fatto i conti con se stesso, si è sfidato, ha lottato ad ogni pedalata per conquistare una vetta, sapendo che non era l’ultima sfida della sua vita. Lo sguardo fisso a guardare, non dietro gli inseguitori, ma avanti, per riuscire ad intravedere dov’era la cima, sapendo che doveva andare oltre la consapevolezza delle sue forze, per essere il primo. Una montagna terribile, chiamata "Le porte dell’inferno". Una pendenza media del 15 %, in alcuni tratti del 21, 100 metri in 30 secondi, lunga 10 chilometri. All’inizio affiancato da un avversario campione del mondo. Ivan non si alza mai dal sellino, fa piccoli allunghi per saggiare la forza dell’avversario, il quale ogni volta si indebolisce di più, così lo studia, così lo sfida, così gli dice "vieni avanti, fammi vedere dove arrivi". E quando la salita diventa davvero inferno, Ivan attacca, morde la montagna digrignando i denti, serrando le mascelle, guardando oltre. Meraviglioso! L’avversario ad ogni pedalata, ad ogni metro in più, è più lontano, ed il viso di Ivan accenna un sorriso, temerario, dolorante, affannato. Solo. Solo un uomo con se stesso e due ruote che girano in base alla forza non solo fisica, ma d’anima. Il suo avversario non è stato da meno. Avendo chiesto troppo a se stesso, ha continuato a lottare per non perdersi, ma nella classifica generale è dopo Ivan. Ivan, composto in bici, senza ciondolare il capo, senza andare a zig zag per salire, sciolto, libero, in surclass. Le mie emozioni sono state non per lui, ma con lui. Ho stretto i denti ad ogni giro di pedali, ho lottato contro il desiderio di resa, ho detto – devo salire, sarà ancora più dura -, non pensare, non pensare, pedala, tira, vai avanti, non arrenderti, fallo per lei, fallo perchè l’ami, perchè la tua vita abbia un senso, fallo perchè non sei egoista, fallo per dimostrarle che si sbaglia per diventare più forti, fallo perchè nulla è fermo, nulla è sicuro se non si cambia, fallo perchè il veleno diventi elisir, fallo perche la tua armonia è la sua armonia, fallo perchè la tua libertà renderà libera lei. Fallo perchè non puoi farne a meno. A pochi metri dal traguardo, consapevole di essere alla fine di quella battaglia, ma non della guerra, Ivan si è tirato su la zip della maglietta e, nel momento in cui si è avvicinato a tagliare l’arrivo, ha baciato l’anello che porta all’anulare della sua mano sinistra, alzando il pugno , stanco, ma con la soddisfazione stamapata in viso. Non mi ero sbagliata.
LOTTARE
Senza energie.
Senza scopo.
Senza sicurezza.
Senza nulla.
Senza tutto.
Senza aria.
Vieni senza.
(Rosalina)