PARI OPPORTUNITA’ – (seconda parte)
Dovunque ti giri, a livello mediatico, non vedi altro che donne! Donne presentatrici, conduttrici, venditrici, ammaliatrici, conquistatrici. Fotografate, truccate, rifatte, glamour, sempre smaglianti, atletiche, prosperose, sempre piu’ succinte, con abiti che esaltano le forme, "pupe", svampite. Bisogna attendere le ore tarde per vedere in tv donne ironiche, competenti, intelligenti: "Parla con me" con Serena Dandini, "Report" con Milena Gabbanelli, "Telecamere" con Anna La Rosa e pochissime altre, si contano sulle dita di una mano.
Cosa importa l’identità, la dignità, la coscienza? La pubblicità la fa da padrone: le donne funzionano benissimo, vendono e fanno vendere.
La situazione attuale della donna è sostanzialmente cambiata da un punto di vista sociale, ma per quanto riguarda quello dei media ha assunto sempre più importanza. La troviamo protagonista nella maggior parte degli spot ed è connotazione di molti prodotti rivolti verso gli uomini. Non è quindi solo colei che consiglia prodotti di pulizia o per l’alimentazione, ma ad esempio è anche chi personifica una birra, una moto o un’auto, un liquido che sia analcolico o alcolico.
Il moderno messaggio pubblicitario punta proprio all’opera di convincimento del consumatore che è diventata opera di persuasione. In questa direzione muove l’analisi che segue: perché si usa la donna in pubblicità? Cosa rende questo espediente così funzionale all’obiettivo perseguito dai pubblicitari e dalle aziende? Nel testo che segue sono riportati tre punti fondamentali identificati da Gianluigi Falabrino (scrittore, storico della pubblicità, docente universitario), relatore di questa tesi:
1- per una ragione di psicologia istintiva, dato che vendere vuol dire convincere e persuadere, la pubblicità cerca di sedurre gli uomini con la grazie e la bellezza femminili e sedurre le donne puntando sull’identificazione;
2- per una ragione antropologica, come già intuito da Levi-Strauss, la donna è stata la prima moneta di scambio tra gli uomini. Ida Magli afferma a tal proposito che, se la donna è moneta, è anche comunicazione;
3- è l’ “Effetto specchio”. Chiara Simonigh, identificando la pubblicità come forma d’arte, le conferisce la valenza di specchio dell’immagine e di veicolo di convincimento e identificazione per il destinatario del messaggio pubblicitario.
Da più parti giungono richiami a che la donna non sia solo strumento, oggetto, merce di scambio per ottenere consenso. E poi aggiungo la violenza che spesso è subdola, sottaciuta, velata dalle immagini, dalle apparenze, dai distinguo sociali e culturali. Tutto quanto, anche se non ci si ferma spesso a riflettere , ha a che fare con le Pari Opportunità.
Oltre a quelle che vedono quale primo attore le donne, il principio di Pari Opportunità si è esteso nel tempo ad altre forme di discriminazione, sia sessista che di altro genere. Nell’ambito delle discriminazioni sessiste, si segnala la battaglia sociale delle associazioni di genitori separati che vede in questo caso ad essere discriminati i genitori di sesso maschile e che ha portato alla definizione del principio di bigenitorialità prima e all’affido condiviso in seguito. Altre forme di discriminazione che rientrano sotto un principio di pari dignità e opportunità riguarda i disabili e in generale ogni forma di discriminazione basata sull’età, sull’etnia, sulla fede, che nega per principio a una categoria di persone quei diritti che sono garantiti a tutte le altre, soprattutto nel campo del lavoro e della giustizia. Eppure è stato riformato l’art. 51 della Costituzione dopo i rilievi mossi dalla Corte Costituzionale. All’art. 51 è stato aggiunto un secondo comma: « a tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini ». Rappresenta un grosso passo avanti nell’affermazione del principio di Pari Opportunità per la prima volta espresso nella Carta Costituzionale. La norma, programmatica, consente al legislatore di avere una grande scelta relativamente all’adozione di provvedimenti.
Ma Il contesto delle Pari Opportunità arriva da molto lontano:
– Nasce come principio per stabilire l’uguaglianza dei diritti umani e la parità di trattamento tra donne e uomini nel lavoro, sin dalla istituzione della Comunità Economica Europea (Trattato di Roma, marzo 1957 );
– Diventa parità di diritti e di opportunità tra donne e uomini in ogni campo, come stabilisce la “Carta dei Diritti Fondamentali nella Unione Europea” e sono uno dei punti cardine della moderna strategia economica e occupazionale nella nuova Europa, delineata dalla Unione Europea;
– Trattato Istitutivo della Comunità Europea (Roma, 1957)
Stabilisce il principio della parità di retribuzione;
– Trattato Istitutivo della Unione Europea (Maastricht, 1993)
Ribadisce il principio della parità di retribuzione e prevede l’adozione di misure concrete anche sotto forma di vantaggi specifici diretti per facilitarne l’attuazione;
– Trattato di Amsterdam (1999)
Fornisce base giuridica alla parità tra uomini e donne inserendo la promozione dell’eguaglianza tra uomini e donne
nell’elenco delle finalità perseguite dalla Comunità;
– Garantisce l’applicazione del principio di parità in materia di occupazione e trattamento sul lavoro e prevede l’adozione di misure concrete anche sotto forma di vantaggi specifici diretti a favore del sesso sottorappresentato per prevenire o compensare svantaggi nelle carriere professionali;
– Trattato di Nizza (2000): Carta dei Diritti Fondamentali della UE
Stabilisce il principio fondamentale di parità di diritti e di opportunità tra uomini e donne: “La parità tra uomini e deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Il principio di parità
non osta al mantenimento o alla adozione di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato”.
Per approfondire:
Quali sono le discriminazioni da cui proteggere le persone?
• Donne, lavorano di più ma guadagnano di meno
• Lontano dalle stanze dei “bottoni”
http://www.pariopportunita.gov.it/index.php
• Azioni positive verticali, orizzontali e miste
• Legge 25 febbraio 1992: azioni positive per l’imprenditoria femminile
• Legge 10 aprile 1991: azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro
GLOSSARIO UE
Parole di genere
Divagazioni Poetiche
LEI
Incontrarla non è facile.
Ascoltarla non è difficile.
Saperla amare.
Ah! Saperla amare!
Se l’ami, se l’ami davvero
non basterà il mondo intero
a riempire
il tuo mare d’inverno.
(Rosalina)