Impariamo ad ascoltare
Viviamo immersi in un mondo di suoni e di rumori e ne siamo talmente avvezzi che ormai non vi prestiamo che scarsa attenzione. Li "sentiamo", ma in realtà non li "ascoltiamo".
Eppure tutto ciò che colpisce il nostro orecchio è il messaggio della vita che si svolge intorno a noi.
Prestiamo attenzione ai suoni, alle voci che giungono dalla strada: anche senza guardare dalla finestra possiamo immaginare lo scorrere del traffico, la fretta della gente, la vita pulsante della nostra città. Ogni momento della giornata, così come ogni ambiente, ha una sua voce inconfondibile e piena di significati che sicuramente merita di essere ascoltata.
Saper ascoltare la realtà in cui viviamo è importante. Il più delle volte ci si limita a "sentire", più di rado si cerca di "ascoltare" e più raramente ancora ci si sforza di "comprendere". Eppure non è difficile: il segreto sta soltanto in un poco di curiosità viva, aperta e sincera.
Il suono"grezzo"
Paesaggi sonori
Siamo in un grande stadio completamente gremito, poco prima che abbia inizio un’importante partita di calcio. Proviamo a chiudere gli occhi e a concentrare la nostra attenzione sul paesaggio sonoro che ci circonda. Grida, canti, sirene, una voce da un altoparlante, della musica… Possiamo facilmente immaginare tutto quello che sta accadendo anche senza vederlo.
D’un tratto l’altoparlante invita la folla a osservare un minuto di silenzio. Di colpo lo stadio ammutolisce e il paesaggio sonoro cambia completamente. Anche se nel grande catino tutti tacciono immobili, giungono però al nostro orecchio, portati dal vento, richiami lontani, il brusio soffocato della città la voce di un bimbo, l’inseguirsi delle rondini nel cielo… Tutto cambia significato. Quando finalmente la partita ha inizio il paesaggio sonoro si trasforma nuovamente.
Dovunque ci troviamo, basta chiudere gli occhi e prestare attenzione a ciò che sentiamo, per scoprire un’infinità di "paesaggi sonori" diversi: una stazione ferroviaria, un pascolo di montagna, una fabbrica, una scogliera sul mare. Ogni luogo, ogni ambiente comunica con una sua voce particolare, si potrebbe dire addirittura con un suo inconfondibile linguaggio.Il silenzio assoluto infatti non esiste. Anche nella notte fonda, quando ogni cosa pare addormentata, il nostro orecchio coglie tanti piccoli rumori, tanti suoni indistinti, e persino quando tutto sembra tacere, avvertiamo dentro di noi il pulsare ritmico del nostro cuore.
Proviamo a concentrarci sulla realtà sonora che ci circonda e sforziamoci di distinguere e caratterizzare i suoni e i rumori che la compongono. Esercitando il nostro potere di attenzione, finiremo sicuramente per fare delle scoperte insospettate. E questo un primo importante passo per l’ascolto consapevole della musica, il "paesaggio sonoro" più ricco, mutevole e fantastico tra tutti quelli che possiamo immaginare.
Suoni, immagini, emozioni
Suoni e rumori ci informano di tutto quanto avviene intorno a noi. Essi comunicano i movimenti di una persona che cammina nell’appartamento accanto, il transitare di un veicolo nella strada sottostante, la presenza di un insetto che ronza nella nostra stanza, il lavoro dell’artigiano nella bottega di fronte, l’arrivo di un temporale. Essi hanno sempre un significato che, con un po’ di attenzione, è possibile intendere. L’orecchio attento ed esercitato del primitivo che si muove nel folto della foresta riesce a intuire la natura e i movimenti di una preda nascosta tra il fogliame anche da un leggero scricchiolio di arbusti o da piccoli impercettibili fruscii.
Come gli esseri viventi, anche le cose hanno una propria voce, un suono inconfondibile che può essere riconosciuto anche in mezzo agli altri. È sufficiente infatti udire un belato per immaginare una pecora, ascoltare il rintocco di una campana e vedere una chiesa, sentire uno scalpitio e pensare a un cavallo. Il linguaggio parlato ricorre sovente alle cosiddette onomatopee, parole formate da vocali e consonanti il cui suono richiama alla mente la cosa rappresentata. Persino la musica riesce talvolta a evocare immagini della realtà.
I suoni non solo hanno un significato, ma riescono a volte a far nascere in noi determinate reazioni o sentimenti. Il ronzio di un insetto nella nostra stanza provoca un senso di fastidio, lo scoppio del tuono un soprassalto di paura e così via. Molto spesso, come le immagini, i profumi, i suoni sono legati a ricordi di esperienze vissute. Così, allo stesso modo di altre sensazioni, quei suoni capaci di far tornare alla memoria un certo momento della nostra vita non mancheranno di ridestare anche i sentimenti con cui l’abbiamo vissuto. Una canzone della nostra infanzia, una voce che ci ricordi una persona cara, il suono di una campana possono far rivivere, con il ricordo, anche tante emozioni dimenticate.
Concerto di famiglia per quintetto vocale
Immaginiamo ora di trovarci in una stanza occupata da una famiglia che sta pranzando. Intorno alla tavola ci sono il nonno, il papà, la mamma, una bam-bina di cinque anni, il fratellino piccolo sul seggiolone. La mamma parla con il papà, mentre aiuta il piccolo a mangiare; il nonno risponde alle domande della bambina, il piccolo non manca di farsi sentire con i suoi strilli: un vero e proprio "quintetto" vocale accompagnato dal sottofondo delle posate, dei piatti, dei bicchieri.
Se chiudiamo gli occhi, non abbiamo difficoltà a riconoscere le varie voci grazie:
1. alla loro diversa altezza
- le voci del nonno e del papà sono più gravi;
- la voce della mamma è più acuta di quella del nonno e del papà e più grave di quella della bambina;
- la voce della bambina è più acuta di quella della mamma e più grave di quella del fratellino;
- la voce del piccolo è la più acuta di tutte.
2. al loro diverso timbro
- la voce del nonno è leggermente rauca e nasale;
- la voce del papà è chiara e pastosa;
- la voce della mamma è dolce ed espressiva;
- la voce della bambina è squillante e chiara;
- la voce del piccolo è sottile e penetrante.
3. alla loro diversa intensità
- le voci del nonno, del papà e della mamma non sono né forti né deboli, ma di livello medio;
- la voce della bambina è tendenzialmente più forte di quelle del nonno e dei genitori;
- gli strilli del piccolo sono forti.
L’intensità della voce però non è costante; ogni persona infatti, parlando, continua a variarla: più piano, più forte per dare espressione alle parole. Prestando attenzione al nostro "quintetto" ci accorgiamo che i vari personaggi, a seconda di ciò che dicono, l’alzano o l’abbassano. Anzi, a un certo momento il papà, per qualche ragione, sgrida la bambina che si mette a piangere. Spaventato dalla voce forte del papà, anche il piccolo piange e la mamma, presolo in braccio, cerca di consolarlo con una canzoncina. Siamo in un vero e proprio crescendo, con fenomeni sonori nuovi: il pianto dei due bambini e la canzoncina della mamma, fatti di suoni lunghi e brevi, suoni cioè di diversa durata. Il paesaggio sonoro, che in questo caso potremmo anche intitolare "Concerto di famiglia”, è adesso completo e ci fornisce tutti gli aspetti tipici del suono, inteso come fenomeno acustico. Per fortuna, raggiunto il massimo del crescendo, i pianti a poco a poco si placano e ha inizio il diminuendo. La mamma rimette il piccolo sul seggiolone e riprende il suo posto. Il "quintetto" ritorna ai toni dell’inizio. Il nostro microdramma si è felicemente concluso. (Romano Becatti-Emma Bisson)