Felix Mendelsshon-Bartholdy a 200 anni dalla nascita
Il 3 febbraio 1809 nasceva ad Amburgo Felix Mendelsshon Bartholdy, uno dei maggiori esponenti della musica romantica. Nessun artista fu mai favorito dalla sorte come lo fu, pur nella breve vita, Felix Mendelsshon-Bartholdy. Di lui Robert Schumann scrisse: "Fin dalla nascita il caso l’aveva battezzato con il suo giusto nome: Felice!". Figlio di un facoltoso e colto banchiere di Amburgo, nipote di un famoso letterato e filosofo tedesco, Mendelsshon poté crescere e formarsi nell’ambiente materiale e spirituale più idoneo al brillante sviluppo delle sue doti naturali. Studiò con successo lettere, filosofia e pittura, e riuscì a farsi ammirare in ogni cosa si applicasse, persino nel nuoto e nell’equitazione. Alla musica, coltivata con passione da entrambi i genitori, fu avviato sin dai primissimi anni insieme al fratello e alle due sorelle. Il suo genio musicale si manifestò con una precocità paragonabile a quella di Mozart. A nove anni aveva già debuttato come virtuoso di pianoforte, a undici suonava egregiamente il violino e la viola, a dodici aveva già composto trii, quartetti, sonate e piccole opere, eseguiti puntualmente da complessi da camera ingaggiati dal padre per i concerti domenicali di casa Mendelsshon. A sedici anni compose il suo splendido Ottetto e a diciassette la celebre Ouverture del Sogno di una notte di mezza estate, due capolavori degni della penna di un artista maturo. Nel 1829 fu al centro di un indimenticabile trionfo, dirigendo la Passione secondo Matteo di J. S. Bach, opera monumentale che egli aveva sottratto all’oblio di quasi un secolo. Da questo momento e sino al giorno della sua morte prematura, avvenuta all’età di 38 anni, Mendelsshon non si concesse sosta. Richiesto e applaudito dovunque come pianista, organista, direttore d’orchestra, esercitò un’influenza incisiva sulla vita musicale europea dedicandosi a far conoscere e apprezzare, prima ancora che le sue stesse composizioni, i capolavori del passato, ma soprattutto le opere dei suoi coevi: Schubert, Berlioz, Chopin, Schumann e Wagner, che al suo infaticabile impegno dovettero molto della loro fama. Nel 1835 si stabilì a Lipsia dove fondò (e diresse) il Conservatorio e dove morì di apoplessia nel 1847.
L’opera
L’opera omnia fu pubblicata da Breitkopf e Härtel. Nella produzione di Mendelsshonn, che toccò molti generi e forme, primeggia la produzione per orchestra, da camera, pianistica.
Composizioni per orchestra, da camera e pianistica
Compose 16 sinfonie (da citare le sinfonie Italiana e Scozzese), 8 concerti, due dei quali per pianoforte e orchestra e uno per violino e orchestra; gli altri concerti per vari solisti. Ouvertures, tra le quali il già citato Sogno di una notte di mezza estate, Calma di mare e viaggio felice, La grotta di Fingal (o Le Ebridi). Nella musica da camera, sonate per violino, per pianoforte; trii, quartetti, quintetti e altro. Per pianoforte i 48 Lieder ohne Worte (Romanze senza parole), sonate, preludi, capricci, variazioni.
Composizioni teatrali e vocali
Poche opere, due oratori e alcune composizioni corali sacre e profane, a cappella o con accompagnamento di organo, di strumenti o di orchestra.
Di fronte ad una produzione nella quale creazioni geniali si mescolano a lavori convenzionali molti storici hanno trovato arduo definire la personalità di Mendelsshon, darne un ritratto lineare e valutarne equamente la sua opera. Più di tutti i musicisti suoi coevi Mendelsshon era stato un beniamino della fortuna: aveva avuto una musicalità precoce e ispirazione fluente; l’agiatezza familiare gli aveva permesso di compiere approfonditi studi e viaggi di istruzione. Anche la vita era stata generosa con lui, offrendo successi e onori. La mancanza di conflitti nell’esistenza si riflette nelle opere, nelle quali predominano equilibrio ed armonia fra gli elementi strutturali ed espressivi. Chiaramente romantico, Mendelsshon si sentì tuttavia incapace di tollerare il romanticismo come urto fra passioni, come conflitto di sentimenti. Il suo era un romanticismo sereno, raramente proiettato alla malinconia e alla tristezza. Nella Musica nel periodo romantico Alfred Einstein lo definì "il classicista romantico". Il romanticismo di Mendelsshon si realizzò anche nel recupero del passato musicale. Riportando alla luce la Passione secondo Matteo di Bach, e componendo preludi e fughe per organo in un’epoca in cui quelle forme e questo strumento erano inattuali, fu tra i primi a rivalutare il grande artista del passato sul quale si era stesa una coltre d’oblio.