Quando a scuola si dice volontariato… (seconda parte)
PROGETTAZIONE DI UN CURRICOLO SCOLASTICO VERTICALE 3-13 anni
Il curricolo deve avere le caratteristiche dell’essenzialità e della progressività.
Essenzialità:
– Semplificazione
Scindere le conoscenze complesse per renderle accessibili anche ad una mente giovane e, con gradualità, si arriva al criterio della
– Ciclicità
La selezione dei contenuti ricorda l’idea bruneriana del curricolo “a spirale”, che inizia con una descrizione intuitiva del campo di conoscenza per poi tornare indietro circolarmente ad aggiungere nuovi elementi di informazione.
– Non ripetizione di contenuti, ma ri-comprensione e ri-collocazione dei dati già posseduti per renderli diversi e piu’ ricchi.
Progressività:
- Continuità curricolare:
– Trasversalità (Flessibilità),
– Interdisciplinarità, (esempi di tali azioni possono essere la programmazione quindicinale della scuola elementare, quella per classi parallele, quella per classi ponte, le intersezioni nella scuola dell’infanzia, lo scambio di docenti dei diversi gradi di scuola, i laboratori per interesse che investono alunni di classi diverse, di età diverse, di livello diverso…)
– Continuità nella discontinuità: ciascun grado di scuola agisce in continuità verticale mantenendo la propria identità.
Promuovere tali azioni educative consente una pluralità di piste cognitive che possono mitigare globalizzazione ed omologazione della società attuale.
- Personalizzazione – Dimensione orientativa della scuola di base:
-Scelte opzionali (quota locale),
– Riconoscimento di esperienze formative extrascolastiche,
– Organizzazioni laboratoriali per classi parallele, per classi in verticale, in collaborazione con il territorio, ecc..
CRITERI DI QUALITA’ DEL CURRICOLO
– Scelte Sensate e Condivise
– Passato – Presente – Futuro
– Non Rinnegare il Passato
– Progettare per Tempi Lunghi
– Avanzare per Piccoli Passi
– Contestaualizzazione
– Gradualita’
Una ricerca condotta in Francia, ritiene che un giovane oggi sia a contatto con tre culture: reale, virtuale, e possibile”. (Da “Curricolo locale e curricolo nazionale” – Carlo Petracca – Scuola e Didattica –)
Cultura Reale
Cultura della scuola.
Fatta di programmi, di contenuti, di materiale specifico, di libri di testo.
Una cultura codificata, formalizzata, documentata da una reale visibilità.
Cultura Virtuale
La possiede ogni gruppo classe, non è quella dei programmi ufficiali.
Virtuale non significa solo multimediale, ma soprattutto POTENZIALE, fatto di comportamenti, valori, idee presenti in potenza nel gruppo.
Tale cultura viene presa poco o per nulla in considerazione dalla scuola e su di essa poco incide la cultura reale della scuola.
Cultura Possibile
Quella presente nell’ambiente extrascolastico, che non entra ugualmente dentro le mura scolastiche.
Questa cultura determina modi di essere, di pensare, di conoscere, di fare, diversi da quella instaurata nella scuola e contiene risorse didattiche spesso non utilizzate perché minacciano il monopolio dell’insegnamento del maestro.
(F.Buffet, “La professione insegnante nella prospettiva del 2020 (Pro manoscripto)”, Convegno Ministero Pubblica Istruzione (Coordinamento Formazione Insegnanti), Verona, 27 Maggio 2000.
POSSIBILI APPROFONDIMENTI
- Approfondire i rapporti con il territorio
– Approfondire i rapporti vuol significare in questo caso E- DUCARE, cioè tirar fuori, consegnare alla collettività un alunno che non fa solo informatica perchè va di moda, ma far comprendere a chi è educatore per altri versi che è importante far crescere le nuove generazioni consapevoli delle proprie qualità e debolezze, senza pretendere sempre e comunque il massimo delle tanto acclamate “performance”
– Riflettere su come dare possibilità di intervento più incisivo nella scuola alla famiglia.
– Riflettere su quali altre risorse del territorio la scuola può avvalersi.
- Approfondire il rapporto fra i docenti
– Approfondire la conoscenza reciproca dei docenti dei diversi gradi di scuola sul modo di progettare e programmare.
– Conoscere le modalità e le possibilità di verifica e valutazione dei tre ordini di scuola (prove di ingresso, finali, registri personali, ecc..)
– Esaminare la possibilità di scambio di docenti per progetti in verticale
– Riflettere sulla possibilità di incontrarsi, al di fuori delle riunioni programmate, per confrontarsi e scambiarsi idee e pareri su azioni metodologiche efficaci o su difficoltà da risolvere.
- Approfondire la conoscenza dei bisogni dei nostri alunni
– La cultura dell’ascolto: ascoltarli per saperci ascoltare.
– Imparare a conoscerli attraverso il nostro modo di agire, imparare a riconoscere i loro bisogni affinchè il nostro consegnare cultura non sia indice di una nostra comodità, ma corrisponda effettivamente a ciò che sentono.
– Provare a ricercare nuove possibilità educative per stabilire rapporti rispettosi, sereni e sinceri con gli alunni.
Rosalina – responsabile gruppo ricerca “Curricolo Verticale”
Divagazioni filastroccose “dialettali”:
(ai tempi degli scioperi per la riforma Moratti… poi Gelmini)
LA CALZETTE
Pe la miserie che trallallere
ecchete la reforme matine e sere.
Ste uaijune a da resse istruite
o a da devendà ammammuccite?
Strapazzamente bbone e bbelle
pe la mudernità che fa sturnelle.
Nu stemme, a dire poche, artravuldate:
queste è proprie na schiuppettate!
N’aveme finite a diggerì lu nove postulate
che ecche te n’arrive n’atre ammatassate.
Quante majie ce ja mette
p’abbijà sta nova calzette?
Stu jommere, già me s’è ‘ntrecciate
eja vedè de dareje na recapate.
Mo facce n’arevolde, ddu trecce e n’adderitte
accuscì me ve ma maije fine e fitte fitte.
Mannagge … cuntrolle e ne mmarve’ lu conte,
fa ca a na vi so tolde e a n’andre so gnonte?
Tu ce vu scummette ca so’ sbaijate
e sta fatije me va tutte scrullate!
Eh! Je so vevete,e mariteme sta ‘mbriache!
Famme arduna’ ndricce e mbruje ,frische e frasche,
mette tutte davendre a na vasche,
n’arciavattate, n’accunciatelle
e te facce vede je, sta reforme è na perle!!
(Rosalina)