La Ruga e L’ Apparenza
Tutto per dimenticare che il tempo ha bisogno del suo tempo e non possiamo fermarlo. Tutto per essere eternamente giovani. Come se la giovinezza fosse un tempo ben definito e collocato nel trascorrere degli anni.
Giovani lo si è sempre, anche se le rughe ci sono. Conta la freschezza dell’anima, non della pelle!
Ma guai ad avere una ruga! Allarme! Il sesso femminile, generalmente, alle prime fatidiche ‘zampe di gallina’ entra in uno stato di insoddisfazione profonda. L’apparenza è in gioco e necessita di rimedi immediati. Ed allora via a visite con scadenze regolari presso istituti di bellezza, oppure, o in combinazione, all’uso spasmodico di creme rigeneranti, rinvigorenti, rassodanti. E lifting, pelling, fillers, massaggi, laser, liposcultura, botulino. E se non basta si ricorre dal chirurgo plastico… ‘amico delle donne’!
E non è solo una condizione che investe il sesso femminile, anche i maschi hanno modificato il sentirsi tali. Il sesso maschile, ora, per l’apparenza, si depila il petto. E’ antiestetico un busto che ha un aspetto ‘para-scimmiesco’. E bisogna mostrare in tutta la loro prestanza i pettorali scolpiti, marmorei, massicci, solidi. Senza strati fluttuanti e rugosi di derma. E quella pancetta che, antiesteticamente, fuoriesce dalla cintola dei pantaloni, va assolutamente eliminata, non deve trasparire l’età dello stomaco! L’apparenza è un ‘Valore’ da tutelare…
Anzi, ora si previene la ruga. Prima ancora che compaia già ci si preoccupa di allontanarla il più possibile, per prolungare fino all’estremo la presenza fisica della verde età.
Accidenti, poi, a quel dannato capello bianco! Bianco uguale età matura che ha passato gli ‘enta’. Allora che si fa? Alla caccia del colore. E se ne vedono, veramente, di tutti i colori. Vanno in giro Fate Turchine, Pel di Carota, Ciclamini, Violette, Blu notturni, Zebre, Giraffe, Iene, Castori, Orsetti Lavatori e chi più ne ha, più ne metta.
L’esteriorità, l’apparenza, deve sconvolgere, meravigliare, estasiare, stupire. L’immagine deve creare quella sorta di sottile richiamo che costringe l’altro ad osservare e considerare la ristrutturazione-valorizzazione del visagista di turno, piuttosto che incuriosirsi su cosa c’è al di là dell’aspetto formale.
Mah! Chiedo venia se proprio non posso fare a meno di esprimere una opinione personale a riguardo. Sarà becera, sarà controcorrente, sarà insulsa ma, tant’è, se ne sentono e vedono in giro talmente tante e talmente bizzarre, che la mia considerazione non fa assolutamente testo. Non mi esaltano, nè i segni sbarazzini ed esuberanti della verde età e nè mi disturbano i segni del tempo maturo. Se una palpebra è distesa o appesantita, se un capello è colorato o no, se un corpo è piatto o rotondo, se c’è una ruga o la cute è distesa; considero la cosa al margine, corollario, supporto non fondamentale dell’aspetto interiore. Conta cosa e come si è nello spirito.
Conta l’empatia, cioè quella condizione personale che non nasce esclusivamente e semplicemente dall’aspetto fisico, ma dal linguaggio che traspare da tutto l’insieme del corpo: il movimento, il gesto, lo sguardo, la qualità della relazione basata sull’impegno di comprensione dell’altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale e ogni giudizio morale.
A conferma su Wikepedia empatia e definita così: ‘Parola che deriva dal greco "εμπαθεια" (empateia, a sua volta composta da en-, "dentro", e pathos, "sofferenza o sentimento"), che veniva usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava l’autore-cantore al suo pubblico.
Divagazione Poetica
RUGA
Ogni ruga
che ha trovato
il suo posto,
ha già scavato un solco
profondo e inviolabile
nel corpo fisico del tempo.
Ruga.
Capolavoro scolpito.
Tatuaggio unico.
Segno Madre.
Orgoglio di energia vitale
che ha superato la materia.
Esaltazione di respiro,
nell’entusiasmo,
della passione
di essere.
(Rosalina)