Le cime come onde
La palla di fuoco è agli albori. Appena spuntata disperde la sua luce che si insinua nelle forme terrestri. Da un’altura uno sguardo umano si stende a semiarco. Abbraccia quello che appare e che gli occhi registrano : immagini di paesaggio. Contorni non completamente definiti e delineati, parti di mondo elevato colorato di viola carico, in netto contrasto con il colore di fondo di un azzurro intenso.
Una linea assolutamente non orizzontale, ma completamente frastagliata segna il confine fra mondo in basso e mondo in alto.
Non c’è dolcezza, né morbidezza, solo asprezza e contrapposizione.
Infinita cupola di azzurro spezzata dalla tridimensionalità delle distanze. Sono le cime delle montagne. Delle vette più vicine ne percepisci il folto bosco dall’orlato bordo scuro che le definisce, delle lontane ne scorgi le cime fra una diafana leggera foschia mattutina.
Montagne una dietro l’altra e una fianco all’altra, in una successione che sconcerta. A vederle in un unico colpo d’occhio sembra che sovrastino ogni cosa. Sembra che vogliano ingoiare e più ancora sembrano onde di un oceano di roccia. Cime come onde di un oceano agitato da un vento tempestoso. Stanno per rovesciare tutta la potenza rocciosa come tsunami catastrofico.
Dall’orizzonte, si vedono creste come onde che man mano si avvicinano, e fra una serie e l’altra di creste vi sono solchi scuri di valli invisibili. Man mano che la prospettiva si avvicina le cime delle montagne si alzano, si inerpicano, e delle creste si intravedono i dettagli di roccia o di vegetazione.
Le cime più vicine travolgono come i “cavalloni”. Diventano spumeggianti cime di onde che rovesciano dall’alto in basso una bianca schiuma solida: la neve.
Poi anche in lontananza altre cime di onde sono increspate di bianca schiuma solida, velate di color rosa, riflesso di luce solare. Cime di onde che non si infrangono da nessuna parte, restano lì. Si infrangono ai raggi dell’astro solare che metterà a nudo le vette. Cime di onde non blu, ma di oceano di roccia, sfumate di una infinità di grigi, verdi, marroni.
Un oceano in tempesta fissato al cielo, che si replica ogni limpido mattino.
Una perenne cartolina di un panorama d’Abruzzo.
Divagazione Poetica
CIME DI ONDE
Una stella vicina
che scopre cime.
Cime di montagne.
Come onde
di un oceano
tempestoso
che non tornerà
mai calmo.
(Rosalina)