Gli occhi immaginari della pioggia
Pioggia battente. Pioggia veemente. Folate violente. Folate di vento. Attraversano l’aria strappando rami di fresca primavera. Peccato che la pioggia cada per forza giù. La forza di gravità le attira come calamita a battere sulla terra. Un viaggio che dalle nuvole è ora pesante, ora quasi evanescente. E se per caso un raggio di sole attraversa l’atmosfera, la pioggia si lascia perforare dalla luce e si trasforma in tanti prismi che scindono i colori dell’iride. Non si fermano, le gocce di pioggia, molecole di acqua addensate dalla forza di coesione, a cui, senza scampo, devono ubbidire e devono immancabilmente cadere. Sono costrette, obbligate a cadere, senza requie. Magari potessero salire! Che accadrebbe? Le nuvole… Prati sulla terra e le gocce di pioggia sparse a miliardi di miliardi vaganti nel cielo. E, se per caso, un raggio di sole le attraversasse vedremmo una volta celeste costellata di infiniti arcobaleni intrecciati che riempirebbero l’atmosfera di tutti i colori del mondo, come uno spettacolo caleidoscopico di fuochi pirotecnici. Un mondo a rovescio. E fra i prati di nuvola incontreremmo aironi che al classico volo a forma di V hanno sostituito una danza zigana che li trasporta verso i mari del sud. E i lampi e i tuoni che prima squarciavano l’aria ora danno brividi alla terra emozionando case e palazzi, alberi e fiori. Nuvole terrestri, nebbia che avvolge e intorpidisce le ore… Piove ancora e chissà quando smetterà. Negli occhi un arco colorato a nadir, quando la pioggia attraverserà un raggio di sole.
Divagazioni Poetiche
CUMULI
Se potessimo dalle nuvole estrarne
ogni minuscola gocciolina d’acqua!
Esse avvolgono il cielo e lo fanno
torbido, oscuro e tenebroso.
A volte svolazzanti come farfalle,
a volte trasparenti come il vetro,
ora buie e minacciose
come gli esseri umani furiosi
e presi dall’ira.
E tutto questo perché, dopo che esse
hanno pianto, ridonano libertà
al cielo azzurro, splendente, radioso,
alla luna fantastica e romantica,
a quelle stelle lontane e belle,
come le lucciole a giugno che
illuminano il grano prossimo
alla mietitura.
O cielo! Sii gioioso, felice,
c’è l’animo mio che ti aspetta.
(Rosalina)