Madama Sangenella (ovvero : pane…corna e fantasia)
Al teatro “Di Iorio” di Atessa il 26 e 27 marzo ed il 2 e 3 aprile 2011, l’Associazione culturale Ate Tixe Studium alle ore 21.00, presenta lo spettacolo teatrale Madama Sangenella (ovvero: pane… corna e fantasia), liberamente riadattata e tradotta dalla lingua napoletana, in vernacolo atessano da Giuseppe Rancitelli, presidente dell’Associazione e regista dello spettacolo. Lo spettacolo è patrocinato dalla stessa associazione, dalla Filodrammatica Atessana, dalla Regione Abruzzo, Comune di Atessa, Assessorato alla cultura dello stesso ente locale.
Di origine francese, Madama Sangenella, era intitolata “Le Dindon”, letteralmente “il tacchino” o “il somaro” o “lo spaccone”…a piacere, fu scritta da Georges Feydeau, ripresa e riadattata al gusto contemporaneo e partenopeo già nel lontano 1902 da Eduardo Scarpetta, finì col divenire una vera e propria opera d’arte originale.
Madama Sangenella è stata rielaborata da Eduardo Scarpetta padre di Titina, Peppino e Eduardo De Filippo. Le sue commedie sono conosciute alla grande ribalta per la loro comicità e rese note al pubblico grazie ai film di Totò tra i quali: “Miseria e nobiltà”, “Il medico dei pazzi”.
Madama Sangenella è uno dei testi più divertenti di Scarpetta. Siamo agli inizi del 900 ed in Italia impazzano i Café Chantant, eco di una moda parigina, il cui fenomeno dilaga soprattutto a Napoli. La vicenda di Madama Sangenella, arguta e brillante, si sviluppa nell’arco di due giorni, attraverso una serie di storie di intrecci di amori, di equivoci e di ambiguità, che tinge lo spettacolo ricco di trovate, toni frizzanti, colori accesi e clamorosi colpi di scena, capaci di coinvolgere il pubblico catturando costantemente la sua attenzione.
Madama Sangenella è articolata in tre atti. Il primo atto nella casa dell’avvocato Crispino Vitellino, il secondo in una camera d’albergo, dove il direttore ha il suo bel da fare per gestire l’intreccio di equivoci e ambiguità fra i personaggi ed il terzo atto, di nuovo nella casa dell’avvocato.
La trama di Madama Sangenella è tipicamente quella della tradizionale commedia francese, tempio per eccellenza del teatro classico, il cui obbiettivo è mettere alla berlina i vizi, i costumi e le contraddizioni di una società borghese altisonante, che si diverte al solo vedere in scena la parodia della loro stessa realtà.
TRAMA
La “burrosa” Carmela, (Saba Canuto) moglie dell’avvocato Vitellino, fa il suo ingresso sulla scena, in una stanza accogliente e arredata con gusto.
Inizia così il primo atto, dove cominciano a scoprirsi le prime carte di relazioni amorose, Carmela è maritata con l’Avv. Crispino Vitellino (Bruno De Ritis), amico d’infanzia del Felice Scioscammocca (Raffaele Trivelli), pretendente di Carmela, che con grande sorpresa di Carmela e del pubblico, è anch’egli ammogliato, ma che, nonostante ciò, imperterrito, continua con le sue avance alla donna, sempre, però, all’insaputa del benestante Avvocato Vitellino, tutto proiettato nella collezione di uccelli, dato che sta allestendo una voliera in giardino con l’aiuto di un saccente ed effeminato uccellaio certo Orazio Cardellini (Marco Ramundo). E poi c’è quel cameriere Salvatore (Simone Marra), che poveretto, si sente impacciato e perennemente in ansia per le sorti della famiglia Vitellino!
L’arguto Felice Scioscammocca è quasi riuscito nel suo obiettivo facendosi promettere un atto di infedeltà della donna…se e solo se…. a sua volta fosse stata tradita dal marito. Ed è quasi fatta, quando all’improvviso compare sulla scena Mimì Chiappariello (Giuseppe Rancitelli), altro pretendente a cui era stata dichiarata la stessa promessa.
Chi dei due raggiungerà il suo obbiettivo?
Intanto l’Avvocato Vitellino anch’egli, realmente, si è macchiato di adulterio con Eugenia Sangenella (Annalisa Sorge), nota canzonettista, pronta a qualsiasi evenienza, che di fronte ai continui rifiuti del pentito avvocato, minaccia di rivelare la relazione e si congeda dal povero disperato, fissandogli un appuntamento a cui non potrà mancare.
Eugenia Sangenella, però, è a sua volta sposata con il rozzo ed arricchito pescivendolo Antonio Cuoccio (Enzo Gallucci), che scopre il tradimento della moglie, mediante una lettera e repentinamente si reca proprio dall’Avvocato colpevole…..e sempre più disperato, denunciando l’accaduto e minacciando di pedinare la moglie per scoprirla tra le braccia del suo amante.
Entrano in scena Concetta (Patrizia Iovacchini), moglie di Sciosciammocca, creduta completamente malridotta fisicamente e Lisa Clarinet (Irene Lapenna), anch’essa canzonettista che riceve la richiesta di un appuntamento in albergo con uno dei personaggi della commedia.
L’Avvocato, in preda al panico, si confida con l’amico volpone Felice Scioscammocca, che naturalmente lo aiuta, suggerendogli la soluzione migliore…naturalmente per lui.
Tutto ciò è solo l’inizio di un intreccio che diverrà sempre più ingarbugliato nel secondo atto, dove si ritroveranno tutti i protagonisti in una stanza dell’Hotel Riviera, in cui la raffinata e “complicata” classe benestante si mischierà con una coppia di forestieri estremamente “pacchiani e provinciali” provenienti dalla Puglia, Saverio Scorza (Nicola Di Matteo) e Rosina Nocella (Marvi Finoli), sorda , ed un direttore d’albergo Nicolino (Sante Di Rocco) alquanto bizzarro.
Vengono a crearsi le situazioni più irreali e divertenti, che tengono inchiodato alla poltrona fino alla fine, uno spettatore, sempre più incuriosito dallo svolgersi delle vicende surreali e dai successivi risvolti amorosi.
Finiranno per ritrovarsi, tutti i personaggi, al terzo atto dove accade che un impresario di pompe funebri, Camillo Funebretti (Gennaro Scarano), con i suoi aiutanti e il suo garzone Briele (Gabriele Trivelli), fanno entrare direttamente dalla platea una bara per un finto morto in casa Vitellino.
I chiarimenti di tutti gli equivoci, dal sapore burlesco e ridanciano, termineranno con il classico girotondo a rincorsa.
Giuseppe Rancitelli, regista nei panni dello stereotipo personaggio di Mimì Chiapparello, compariello e corteggiatore surreale, ha portato in scena una commedia estremamente complessa, che con particolare destrezza, è stata resa scorrevole, fluida e gradevole.
I personaggi apparentemente autonomi, entrano ed escono dalla scena in maniera pronta e risoluta, muovendosi con sinergia ben studiata. Una compagnia teatrale, questa, che grazie alla dimestichezza con la lingua dialettale di ogni suo singolo attore, ha reso svelta e spedita una commedia movimentata e ricca di intrecci, finendo con l’abbattere ogni forma di protagonismo di ciascun attore. In maniera del tutto naturale, fra tutti gli interpreti, un passo in più l’ha dimostrato Saba Canuto per la dizione, la scioltezza, la verve che le è propria anche nella vita.
Aiuto regia e luci di Rodolfo Finoli. Scenografia di pregiata fattura del decoratore e pittore Donato Cimini. Costumi ricercati e ben definiti di Evelina Rancitelli. Trucco ben eseguito di Eva Rancitelli. Alle P.R. e computer Massimo Giuliani. Mixage di Aurelio De Ritis. Montaggio di Filippo Cicchitti. Service di Ezio Rotolo.
E se è vero che “la gallina vecchia fa buon brodo” è anche vero, però, che è necessario saperla ben cucinare una buona gallina.
Stavolta è stata cucinata, secondo i miei gusti e per quanto possano valere le mie conoscenze nel campo della rappresentazione teatrale, proprio bene.
(Rosalina)