Impressionismo e Post-impressionismo in musica
L’Impressionismo musicale, movimento sviluppatosi in Europa (particolarmente in Francia) alla fine dell’Ottocento e di cui Claude Debussy era stato il creatore e l’unico autentico rappresentante, esercitò una potente influenza su molti musicisti del secolo XX senza però creare una vera scuola.
Erroneamente considerato un erede di Debussy, Maurice Ravel (1875-1937) opera in realtà un ritorno alla chiarezza e alla severità delle forme classiche. I tratti salienti del suo stile sono la limpida nobiltà della frase melodica, la moderna originale concezione dell’armonia tradizionale, la precisione della forma. Il suo linguaggio musicale riesce a fondere con elegante semplicità i classici, il folclore, i modi greci, il jazz. Le opere della sua maturità, in particolare la Sonata per violino e violoncello (1922), le Sonate per violino ((1927) e i due Concerti per pianoforte e orchestra (1831) sono esempi di perfezione neoclassica.
Più vicino a Debussy è invece lo spagnolo Manuel De Falla (1876-1946) che con il suo capolavoro Noches en los jardines de España (1915), una sorta di poema sinfonico per pianoforte e orchestra, sembra ridare nuova vitalità all’Impressionismo.
L’influenza dell’Impressionismo è avvertibile nella splendida tavolozza orchestrale dell’italiano Ottorino Respighi (1879-1936) ma l’inclinazione alla linearità delle antiche forme strumentali, il gusto per l’austerità dei modi gregoriani fanno di lui un autentico e originale compositore neoclassico.