Le origini della musica
L’arte primitiva, sia essa pittura, scultura oppure canto o danza, hanno soprattutto una funzione pratica. In particolare, essa ha prima di tutto la funzione di accompagnare i riti magici destinati a vincere le potenze avverse, a guidare le azioni, a compiere prodigi.
Per questo la musica, il canto, la danza dei popoli primitivi sono tutt’uno col mondo degli incantesimi e della magia.
Anche i miti e le leggende tramandati da tempo immemorabile testimoniano il legame della musica con il soprannaturale. I Veda, i sacri testi che custodiscono la testimonianza scritta più antica del pensiero religioso dell’India, raccontano di un Essere immateriale che dal silenzio del Nulla si trasforma in suono: si tratta del Suono primordiale, da cui ha origine tutto l’universo.
Secondo un’altra credenza indiana, l’universo è stato creato da Shiva – il dio della danza – che, con il suo perpetuo danzare, comunica alla materia il principio vitale. Così la materia si muove e danza essa stessa intorno al dio, componendosi in forme, cose ed esseri viventi che nascono, muoiono e si rinnovano senza fine.
Nella mitologia greca la musica aveva origini divine, era la forza luminosa che porta l’armonia nella natura. Apollo, il dio della luce che ogni giorno attraversa il cielo sul suo carro di fuoco, era raffigurato con il suo magico strumento, la lira. Il potere che gli antichi greci attribuivano alla musica era prodigioso. Si racconta che Orfeo, il mitico cantore della Tracia, ammansisse col canto gli animali feroci e che Anfione, figlio di Giove, facesse sorgere alte mura intorno alla città di Tebe col suono del suo strumento.
Non vi è popolo sulla terra presso il quale non sia possibile rintracciare un filo leggendario che riconduce alle origini misteriose della musica, al suo potere magico originario che, anche nella nostra epoca, continua ad operare i suoi incantesimi: porta gioia, fa sognare, esalta, consola e persino guarisce.