Simona Marchini e il senso della comicità innata
La scuola di Teatranti nel Parco a febbraio 2012. Simona Marchini a Pescina (AQ). Aspettata da tutti… si sapeva. Simona Marchini arriva in auto e già da mentre scende sfoggia un viso sorridente e immediatamente cattura la simpatia di tutti. Sembra che sia lei ad accogliere.
Il suo sguardo abbraccia in un attimo tutte le persone che l’attendono e commenta:- Come siete belli! Eccomi qua, dove andiamo?-. Inizia così l’incontro con una rappresentante dello spettacolo italiano eclettica e poliedrica che meraviglia per la sua semplicità ed affabilità.
Con lei nella serata del sabato, gli allievi avrebbero visitato il museo dedicato ad Ignazio Silone e nella mattinata di domenica quello dedicato al Cardinale Mazarino.
Simona Marchini saluta ogni corsista con occhi che penetrano e che rimandano a quel senso di pungente comicità innata che la contraddistingue. Di un azzurro limpidissimo, incorniciati da riccioli di chioma sfumata come raggi di sole.
Quando si è pronti per iniziare, con i corsisti in religioso silenzio, Simona Marchini esordisce:- Ma ragazzi che devo dirvi? Cosa insegnarvi?… Non ho frequentato nessuna scuola di teatro. Ci sono capitata per caso e non me l’aspettavo. Avevo tutt’altro da fare e tutt’altro per la testa. Sono felicissima di essere qui, so già con chi parlo. Così la mia lezione sarà una chiacchierata, un racconto sulle mie esperienze di vita-.
E che racconto! Una lezione di vita, soprattutto di idee, di visioni ad ampio raggio. Ambasciatrice dell’Unicef, spazia dalla condizione odierna dell’infanzia, senza identità, con un bambino danneggiato dalla mancanza di fantasia, alla decadenza dei valori etici che hanno degradato l’agire quotidiano rendendolo mera apparenza deprivato di sostanza.
Simona Marchini lo ribadisce a più riprese, "nonostante la situazione attuale non sia affatto serena, ognuno di noi nel proprio piccolo deve mantenere, esercitare, raccontare, agire, sostenere il senso della consapevolezza che l’essere umano è migliore di quello che oggi può sembrare. E non bisogna dimenticare che, se dietro il successo non c’è una "persona", non si è in grado di reggere le sfide che la vita ci chiede e ci si eclissa in silenzio senza aver dato nulla e ricevuto nulla".
Simona Marchini parla del senso comicità come condizione naturale, interna, innata. L’importanza di ascoltare, ascoltarsi, farsi correggere per una parola che deve comunicare immediatamente. La comicità è fatta di tempo e di tempi innati.
Ed il teatro afferma l’attrice Simona Marchini, è luogo dove sviluppare qualità più alte per crescere nella dignità e dare dignità. Il teatro da vedere con entusiasmo e coraggio. La partecipazione del teatro come "il vero comunismo che c’è in una orchestra".
Discorre con semplicità, chiarissima nell’esporre le proprie convinzioni a cui non si può fare a meno di aggregarsi. Riempie il ragionamento di immagini mentali, di rimandi a fatti storici o ricordi personali, conoscenze culturali, passione per l’arte, la lirica, con quel senso di teatralità comica che la caratterizza. Innata, senza dubbio. La si percepisce genuina, non costruita, assolutamente aperta ad una visione tuttotondo delle vicende umane, sia personali che sociali, guardate con senso quasi trasognato.
L’attrice Simona Marchini, accanto al conversare ironico e scherzoso, immediatamente collega un pensiero metafisico che fa comprendere quanto sia osservatrice sottile, accurata, attenta, arguta. Rigorosa nell’analizzare i fatti che hanno attraversato le sue esperienze di vita, ne fa attimi satirici ridendo di se stessa, accettandone le vicissitudini con la nonchalance di chi è consapevole della propria storia.
Simona Marchini racconta dei genitori antifascisti che non cedono alle idee del regime, che lavorando con onestà raggiungono il benessere e la considerazione sociale. L’ambiente di vita ricco di cultura la nutre sin da bambina…. cantava di lirica a due anni, Madame Butterffly, piuttosto che una filastrocca. Conosce grandi artisti che frequentano la sua casa da Pasolini a Fellini, ma riceve anche esempi di grande umanità quando il padre finanzia un difficile intervento chirurgico, in America, di una bambina figlia di un operaio che è andato da lui per chiedere aiuto.
E, a 35 anni, mentre in una hall di albergo, racconta sarcasticamente ad una sua amica, le vicissitudini di un matrimonio alla deriva, viene ascoltata per caso da Don Lurio.
Don Lurio la nota immediatamente e la vuole ad un provino da Romolo Siena. Simona accetta senza crederci, si meraviglia, ma il provino passa come buono, anzi assolutamente interessante, non fa altro che raccontare quello che diceva alla sua amica. La sua comicità innata che viene a galla in tutte le sue sfaccettature.
E quando si dice il caso… Mentre sta facendo il provino, passa di lì Renzo Arbore che si ferma ad ascoltarla con interesse. La vuole in una trasmissione che sta in cantiere. Sarà "Quelli della notte"! Con Romolo Siena nella trasmissione "A tutto gag" del 1980, nasce il suo primo personaggio, la sgargiante prostituta Iside Martufoni, che si raccontava in surreali collegamenti dal raccordo anulare romano.
Dopo sei mesi a casa di Arbore con la signora Coriandoli, il filosofo ingegnere De Crescenzo, il siciliano Nino Frasssica tanti altri, per debuttare nel 1985 a "Quelli della notte" nel ruolo di una svampita segretaria rapita dal mondo delle telenovelas.
Il successo è pieno. Ma Simona non si lascia trascinare, apre di nuovo la galleria d’arte che aveva suo padre "La nuova Pesa" a Roma in Via del Corso e poi si interessa sempre più al teatro. Scrive, anche a più mani testi teatrali, l’ultimo con Gigi Proietti, dirige teatri e, registicamente, molte opere liriche.
Simona Marchini nel 1987/1988 su Rai Uno conduce prima Prossimamente non stop con Amelia Monti, poi, insieme a Giancarlo Magalli Pronto, è la Rai?. Dal 1989 presenta per due edizioni consecutive, insieme a Piero Badaloni e Toto Cutugno il programma itinerante di Rai Uno Piacere Rai Uno.
Simona Marchini è stata ospite fissa sino al 3 gennaio 2010 della trasmissione RadioRai2 Black Out di e con Enrico Vaime
Nel 1997, realizza la mostra “Opera”, percorsi nel mondo del melodramma” al Palazzo delle Esposizioni di Roma. In teatro non mancano interpretazioni degne di nota, come “Malemamme”, per la regia di Guido Torlonia, a fianco di Enrica Bonaccorti e in “Ahi, corpo crudele” di Giuseppe Manfridi, per la regia di Piero Maccarinelli. Dal Febbraio del 1998 Simona Marchini è Direttore Artistico del Teatro Stabile delle Marche. Guida, insieme a Walter Attanasi e Mauro Mattolini il Festival di Todi. Va in scena, al Teatro Sistina, nei panni di Eusebia in “Rugantino” a fianco di Maurizio Mattioli, Valerio Mastandrea e Sabrina Ferilli.
Partecipa nel 2012 al film SCOMPARSA DI PATÒ, LA di Rocco Mortelliti’
L’ultima fatica teatrale "La mostra". Il testo dello spettacolo è di Claudio Pallottini e della stessa Simona Marchini, in scena con Alessio Sardelli: al pianoforte invece Andrea Bianchi. Scene e costumi sono di Susanna Proietti, la regia è di Gigi Proietti.
Sul palcoscenico trasformato in una Galleria d’arte, Simona Marchini confessa al pubblico i tanti perché che accompagnano la sua vita: perché non è diventata la più grande ballerina del Bolscioi; perché non è diventata la Callas; perché si commuove con Traviata; perché l’Arte è importante? Cos’è la cultura? Ma soprattutto, perché Don Lurio è un mito! Uno show leggero e divertente, il connubio Marchini-Proietti è al tempo stesso una scommessa e una certezza, ma anche profondo, fatto di musica dal vivo, di belle immagini, di personaggi esilaranti – Iside Martufoni su tutti – e di parole necessarie. Il tutto sul filo conduttore della vita avventurosa, divertente e mai banale dell’attrice.
E… tornando a noi, in quel di Pescina, in un sabato di febbraio 2012, alle 18.30, Simona Marchini regala nel teatro di Pescina pieno di spettatori, uno spettacolo di 30 minuti: "L’opera che passione". Una parodia esilarante della Traviata, dove alterna il canto lirico alla recitazione, senza soluzione di continuità, si palesa e si rivela con la sua comicità innata, scatenando la sana ilarità del pubblico che le regala alla fine un lungo, forte applauso caloroso.
Saluta come se stesse uscendo di casa per fare quattro passi, con una eleganza, un sorriso pieno di simpatia ed una serenità che fanno desiderare di incontrarla ancora.
(Rosalina)