Pensare l’ Altezza
Appena ci pensi, colleghi tutto quello che va su, in alto, è altezza. Non soltanto in senso fisico ma anche metafisico. In alto si vola, si guarda il cielo, si ergono i grattacieli. Dall’alto piove, nevica, grandina, scendono le stelle cadenti.
Oppure si dice ‘dall’alto della tua saggezza’, ‘dall’alto della tua prosopopea’ per indicare chi occupa ruoli di potere, chi sovrasta altri, chi ha dei sottoposti, o chi vuole imporre la propria opinione o chi si vanta di avere una marcia in più degli altri. Una varietà che non sempre viene esercitata con i giusti parametri.
Non sarà un caso che, sia nelle favole che nella storia, attraverso tutti i tempi, i regnanti sono stati echitettati con: ‘Sua Altezza Reale’. E nelle favole come nella vita reale le scale ci conducono a spostamenti che prevedono una altezza positiva o negativa che sia. Ossia o in su o in giù.
Come dire che, per una formica, noi non siamo solo alti, ma dei giganti e, al contrario, noi siamo formiche di fronte ad una sequoia millenaria.
L’altezza del suono, che supera con gli ultrasuoni la nostra percezione. E l’altezza per indicare un merito o una competenza specifica. Alta qualità del cibo, nell’opera artistica, nell’interpretazione di una musica, di un pezzo teatrale, di un romanzo. Oppure l’alto grado di pericolosità di uno sport estremo, o l’alta efferatezza per accentuare maggiormente un gesto malsano. O anche l’alto senso del dovere quando si parla di atti eroici che esaltano un giusto comportamento.
E poi le altezze matematiche, croce e dolore di calcoli su figure solide e geometriche e, per antonomasia, le altezze geo-fisiche; delle montagne, colline, altopiani, una cascata; altezza sul livello del mare. Il mare che, per l’assunto del contrario, ha le sue altezze a rovescio: le profondità.
Ciò che riempie lo spazio lungo una sola retta che non è la lunghezza, nè la larghezza ma l’altezza. . Nelle abitazioni e fuori: l’altezza degli arredi , degli edifici, di un animale, di una pianta. L’altezza di un armadio e della torre Eiffel, di uno scricciolo e di un pino mugo, di un tacco e di un cancello, di una giraffa e di un geranio, un traliccio dell’alta tensione ed un satellite geostazionario in orbita nell’alta atmosfera e tutto il mondo ancora.
Tutto quanto può avere valore maggiore, in bene o in male, in su o in giù, in positivo o in negativo, va in altezza.
L’altezza, una delle tre dimensioni dello spazio conosciuto.
Si, perchè nulla vieta di pensare che esistano altre dimensioni che la nostra mente non percepisce, perchè troppo piccola di fronte ai misteri dell’universo e troppo ancora non scoperta per sapere cosa ci riservano le sinapsi tra i neuroni del nostro cervello.
L’altezza che ti fa pensare all’irraggiungibile, a qualcosa che potrebbe non finire mai, che ti fa pensare all’illimitato, che ti fa pensare all’infinito.
E continuando a pensare, forse noi esseri umani abbiamo una sorta di tabù nei confronti dell’altezza. Veniamo misurati in altezza già da appena nati e continuiamo a farlo fino a che non diciamo che siamo diventati grandi. Poi ci fermiamo. Ci diamo un limite, insomma. Ma l’assillo dell’altezza è continuo. A un anno eravamo alti così, a due così e poi un pò di più e poi più su. E infine nell’età adulta tentiamo di controllare l’altezza mentalmente. Siamo assuefatti, abbiamo raggiunto il concetto e lo adoperiamo attraverso la misura lineare. Strana cosa l’assuefazione all’altezza. Quando l’abbiamo raggiunta cominciamo a temere che torni indietro, che diminuisca. Sappiamo che non saliremo più, che scenderemo. Così leghiamo l’altezza al tempo che passa e che ci ricorda che mai più potremmo tornare indietro. Il nostro corpo dopo un costante e lento sviluppo in altezza entra in antitesi con il basso.
Tant’ è vero che, scientificamente parlando, ma non solo, quando raggiungiano la cosiddetta terza età, tendiamo fisicamente ad accorciarci, per via del lento riprodursi di tutte le nostre cellule umane.
Eh! Beh! … Altezza mezza bellezza! Dice il proverbio. Dimensioni, certo. I proverbi contemplano anche questo, fanno parte di quella famiglia di poche parole che, dicono tutto e raramente si sbagliano!
Divagazione filastroccosa
Sua Altezza Reale
Ha una strana bellezza
la ‘Regina dell’Altezza’.
Ha un castello tra monti e mare
con la volta celeste da rimirare.
-: Sua Altezza Reale, Maestà,
Lei… dall’alto scenderà? –
-: Zitti tutti, brutti buzzurri!
Niente ciance e sussurri!
Caricate i vostri carri
riempiteli di ferri…
Sparite dalla mia vista!!
Che avete nella testa!?
Io, ALTEZZA, scendere giù?!
Vi riduco tutti fru fru!! -.
(Rosalina)