Non ne posso più del caldo estivo
Non ne posso più del caldo estivo, di questa calura, afa, umidità, sete, appiccicaticcio, zanzare, moscerini, piedi bollenti e lamiere d’automobile infuocate. Probabilmente si potrebbe cuocere un uovo alla coque sul cofano della mia utilitaria. E mentre batto il tempo picchiettando con il palmo della mano sul volante con ‘Vedo Nero’ di Zucchero Fornaciari e mi struggo, di sudore, all’inno alla vita di Mango ‘La mia sposa’, mi balena un ricordo.
Non ricordo dove l’ho visto, forse in tv o al computer, anzi no, ora ricordo, in un viaggio lontano di oltre 25 anni fa e mi torna in mente spesso. Ho visto una distesa di montagne. A 360 gradi, completamente circondata da montagne innevate. Col respiro affaticato dall’altitudine ad oltre quattromila metri. Che spettacolo! Ecco perchè ogni tanto mi torna in mente. Un’emozione mai sopita quell’immensità di guglie irraggiungibili. Un cielo terso mai visto che è rimasto stampato nella memoria, di un azzurro splendente quasi folgorante! Ma quelle cime. Completamente bianche. Bianco puro, accecante, coi riverberi solari. Ricordo di averlo pensato allora e ancora adesso: sembravano come ciuffi di panna montata su una gigante coppa gelato al gusto di cioccolato al latte e stracciatella! Ho continuato per tutto il tempo che sono rimasta sulla terrazza dell’ Aiguille du Midi, a non staccare gli occhi da quella immagine, rapita dai canaloni profondi e misteriosi e dall’orizzonte che continuava a mostrare in lontananza punte rocciose spiccare verso il cielo. La sensazione di esserci dentro ha messo in moto il sentirmi piccolissima nell’immenso e la gioia incontenibile di farne parte. Seracchi e crepacci che sembravano linee a zig zag disegnate da matite invisibili, e persone come formiche che sciavano sollevando nuvolette di neve, tutto in lontananza ed in silenzio. Un silenzio affabile, caldo, un abbraccio di neve, ghiaccio, sole, azzurro… frescura!
Vorrei tornare lì, per sentire la fresca brezza, gelida ma piacevole, di montagne. Non ne posso più del caldo estivo, di queste temperature da tropico del cancro o del capricorno. Caldo africano. Non riesco a pensare come vorrei, accidenti! Sbalestro, mi sento ebete, intontita e, come dice la gioventù… svalvolata! E ho da fare, responsabilità improcrastinabili, impegni irrimandabili, doveri irrinunciabili, dolori da consolare. Inizio a pensare a cosa voglio scrivere ma il caldo mi lascia i pensieri a metà, tento il senso logico e affondo nel sole che picchia sul vetro anteriore dell’automobile. Quando… smetterà di bruciare questa massa di idrogeno alimentata da esplosioni atomiche a ripetizione che lancia nello spazio raggi gamma, ultravioletti, neutrini, neutroni, eccetera eccetera! Va bene che senza stella non si vive, che da sempre sono un’appassionata di astronomia, ma… fermati, sbrigati a tramontare, non ne posso più del tuo energetico giallo. E, accidenti, se fossimo stati più attenti, tutti, a non liberare nell’atmosfera sostanze nocive, non sentirei tutto questo affanno calorico!
Per fortuna sono arrivata a destinazione e meno male che il ragazzo posteggiatore di origine campana mi accoglie con un sorriso. Mi riconosce, sono un’habituè. Mi indica un posto auto vuoto, seguendomi ed indicandomi le manovre giuste per parcheggiare l’automobile. Appena scendo:- Bongiorno signò! E’ caldo signò, ogge è triste signò, mi sto abbrusciando signò! Manco nu filo di aria signò, vero signò?-. – Esatto, giovanotto, non ne posso più del caldo estivo!-. E lui, ringraziandomi per i soliti 50 centesimi di rito, passandosi la mano sulla fronte, se ne va, lemme lemme ad accoccolarsi, fra un muro di cinta e i pini marittimi, sotto un sottile straccio di ombra.
(Rosalina)