La cultura e’ servita: le Eno-Librerie
Sono sempre più numerosi i locali in cui è possibile conciliare il piacere del cibo con quello della lettura. Si chiamano Eno-Librerie.
L’ultima tendenza in fatto di locali vede abbinare la calda, accogliente e festosa atmosfera di un caffè, con la sobrietà, la metodicità e l’ordine silente delle librerie. Gli anglofili li chiamano Book-Bar o Library-Cafè, ma a noi sono noti come Eno-Librerie. Questi spazi, a cui le guide dei ristoranti delle grandi città come Roma, Milano o Torino dedicano sempre maggiore spazio, sorgono con un intento molto preciso: coniugare con armonia la cultura e il divertimento, ma anche e soprattutto sviluppare quelle che sono le convinzioni primordiali dello slow-food (gustare il cibo lentamente, in antitesi al fast-food) e del book-crossing (condivisione di libri). Non si parla dunque di vere e proprie librerie, nè tantomeno di luoghi dove si consumano solo cocktail o birra accompagnate da ciotole di salatini. Niente di tutto ciò. Piuttosto si tratta di una immaginaria rivoluzione, figlia del matrimonio fra un ristorante elegantemente informale che predilige, nel rispetto dell’ambiente, i prodotti a km zero (cioè del luogo, autoctoni) e una fornita ed aggiornata libreria, dove vengono organizzate presentazioni, reading letterari (letture) e incontri fra scrittori e pubblico.
La flessibilità di questi locali, il loro essere confortevoli e allo stesso tempo molto trendy, ha conquistato grosse fette di avventori di varie fasce di età, e ha permesso dunque il rapido attecchire di un fenomeno che sembra già qualcosa di più che una semplice, labile moda.
Così a Madrid, come a Lisbona, a Edimburgo come a Londra, a Parigi come nella Grande Mela, i Library-Cafè hanno celebrato una proficua unione fra quelli che molti ritenevano ambienti assolutamente inconciliabili. Neppure l’Italia è rimasta a guardare e, per nulla indifferente a questo nuovo accattivante stile, si è lanciata nella realizzazione di Eno-Librerie che oggi sono sparse un po’ per tutta la penisola, sia nei grandi centri che in provincia.
Il fenomeno da nord a sud. Dove:
Caffè Mood – Via Cesare Battisti 3 – Torino
Caffetteria degli Atellani – Via della Moscova 38 – Milano
Nouvelle Vague – Vico de Gradi 4 – Genova
Nuovo Sacher – Largo Ascianghi 1 – Roma
Cortile Capuana – Via Capuana 104 – Catania
Kursaal Kalhesa- Foro Umberto I 21 – Palermo
Reminiscenze Lontane
Nella Grecia classica, il filosofo Teofrasto soleva intratteneresi con altri studiosi e discepoli per discutere i grandi temi della vita in luoghi appartati, dove poter dibattere prendendo spunto da alcuni ‘libri’, sorseggiando del buon vino e degustando qualche primizia locale. Il vino era un gustoso metodo per allentare le briglie della ragione e parlare a cuore aperto. Se ne accorsero, in seguito, i Romani, ‘in vino veritas’, sebbene solevano allungare sempre la bevanda con acqua, per permettere ai partecipanti dei lunghissimi banchetti (da qui banchetti luculliani), di restare nei paraggi della sobrietà.
(Fonte: Bene Insieme-Gennaio/Febbraio-2011)
Divagazione Filastroccosa
I TESORI SILENZIOSI
Sono belli allineati
come file di soldati,
le copertine come scudi
altrimenti sembran nudi.
Sono alti o stretti o lunghi,
o a gruppetti come funghi.
Hanno casa negli scaffali
e guariscono oscuri mali.
Impaginati e silenziosi:
sono i libri, son preziosi!
Custodiscono con tanta cura
un grande tesoro: la cultura!
(Rosalina)