Panettone e torrone fra dolcezze e leggende
LA LEGGENDA DEL PANETTONE
Alla corte degli Sforza, a Milano, si stava consumando il cenone di Natale. Mentre tutto il personale era impegnato a servire in tavola le numerose portate del cenone di Natale, a
sorvegliare il forno era rimasto solo Toni, il servo più giovane e pasticcione, che aveva appena 12 anni. -Bada alle focacce che stanno cuocendo!- gli aveva raccomandato Ambrogione. Ma Toni, un pò per la stanchezza, un po’ per il piacevole calore che il forno emanava, si appisolò. Dormì soltanto pochi minuti, ma quando si svegliò, dal forno usciva già una densa nube di fumo. -Povero me, che disastro!- si disperò Toni, strappandosi i capelli dalla testa. Che fare adesso? Come rimediare? Per fortuna sul bancone di legno era rimasta un po’ di pasta di pane. Senza perdere un istante, Toni afferrò la pasta, la lavorò, vi mescolò uova e burro. Poi l’addolcì con il miele, vi unì i canditi, l’uva passa e la frutta secca. Infine , mise tutto nel forno. -Dove sono le focacce?- risuonò ad un tratto la voce di Ambrogione. -Sono tutte bruciate- rispose Toni, -ma potremmo servire questo dolce che ho appena preparato-. Ambrogione fece buon viso e cattivo gioco e portò il dolce sulla tavola dei signori di Milano, che lo apprezzarono molto. Da allora il "pan di Toni", o meglio panettone, non mancò mai nel loro cenone di natale. Il panettone si è conquistato un posto nel cuore di tutti i golosi del mondo. Essi dicono che diventa particolarmente buono se lo si gusta in compagnia.
LA LEGGENDA DEL TORRONE
Tanti, tanti anni fa, nella citta di Cremona, si celebrò il matrimonio fra due signori molto importanti: Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Il padre dello sposo chiese al cuoco di corte di inventare per l’occasione un nuovo dolce che potesse ricordare a tutti gli invitati quel matrimonio. Il cuoco dapprima fu preso dallo sconforto pensando che non sarebbe mai riuscito a creare "qualcosa di indimenticabile" poi, però, cominciò i suoi esperimenti. Impastò mandorle, miele, bianco d’uovo e dette al composto la forma di una torre; lo mise nel forno fino a che non fu duro al punto giusto. Alla fine del pranzo nuziale il nuovo dolce fu servito in tavola.Un invitato esclamò:- Lo chiameremo Torrone, in ricordo della torre di questa splendida città nella quale siamo ospiti!-. Tornati nei loro paesi, chiesero alla famiglia Sforza di rivelare gli ingredienti di quello splendido dolce. Dopo molti anni, per le continue insistenze degli invitati di allora, la ricetta fu svelata e nacque il torrone che ancora oggi gustiamo a natale.
(fonte: Progetto Infanzia – volume 2 – Raffaello Edizioni)
Divagazione Filastroccosa
EMOZIONI DI NATALE
Sono molto emozionato
Perché tanto ho aspettato
Questo giorno assai famoso
Che ogni cuore fa gioioso.
E’ Natale son contento
Di regali forse cento!
Le sorprese di babbo natale
Che fortuna, meno male!
Il presepe, i dolcetti
Tanti auguri e bacetti,
tutti insieme a festeggiare
una storia da ricordare
La vera storia dell’amore
Anche per chi ha duro il cuore
Per chi ha case senza niente
Senza gioia, senza gente.
Oh Gesù Bambino diletto
Regala a tutti un po’ d’affetto
Fa che ci sia tanta bontà
Niente cattiveria e più umanità.
(Rosalina)