Ricordando i mercatini di Natale
I MERCATINI DI NATALE
Freddo sferzante, aria "pizzicogna", si dice dalle mie parti. Passeggiano, conversando del più e del meno, coppie sottobraccio che si fermano incuriositi dagli articoli in esposizione nei mercatini di natale.
Ci sono gruppi di ragazzi e ragazze che fanno battute bullesche e ridanciane, nonni sprint con nipotini, qualcuno che, imbacuccato fino agli occhi, con passo svelto, attraversa i mercatini con lo sguardo perso nel vuoto. C’è chi è quasi estasiato, colpito dall’estro e dalla fantasia dei prodotti, chi accenna appena a volgere lo sguardo, chi si sofferma con aria interessata a scoprire composizione, materiali, modelli. C’è chi accenna un gesto di approvazione, chi chiede informazioni e vuol saperne di più. C’è chi viene attratto in modo improvviso e prorompente da un oggetto, tanto che non ci pensa due volte e immediatamente, vuole toccarlo ed osservarlo, completamente nella sua interezza. Si, è proprio quello che cercava per natale, proprio lo stesso. Desiderava quel colore, quel modello, proprio adatto all’arredamento, intonato nella lavorazione ed in linea con il mobile d’ingresso, a cui dà un tocco di eleganza e raffinatezza. Passano ondeggiando nel passo e soffiando nelle pelli d’agnello due zampognari che fanno l’altalena andando su e giù per i mercatini, soffermandosi per prendere respiro nei loro abiti tradizionali: mantello, cappello a falda nero e gilet rigorosamente di pelle d’agnello, riconoscibile dal riccio e fitto pelo bianco che quasi fa un’adorno allo zampognaro pifferaio. Sono il simbolo, il segnale per eccellenza del natale. C’è anche il surrogato di babbo natale, finto e addirittura replicato, sono due ragazzi che di babbo natale non hanno niente, solo un sacco rosso bilanciato sulle spalle. Anche loro, ogni tanto, si fanno un giretto di ricognizione e poi tornano alla postazione di servizio. Non manca mai l’approvvigionamento alimentare: castagne arrosto, dolci tipici di vario genere, tarallucci, ferratelle, fritti e poi le pro-loco con salsicce e pancetta arrosto, ed il solito furgoncino con patatine fritte maionese e ketchup ed il sempre onnipresente porchettaro che, del maialino cotto al forno, spande profumo per tutto il mercatino. E il ‘nocellaro’, immancabile anche lui, con noccioline e lupini! Intanto col calare della sera, il traffico pedonale diventa più fitto e gli sguardi si moltiplicano. Gli organizzatori dei mercatini si adoperano instancabilmente per dare agli espositori il massimo del confort:-Tutto bene? Avete bisogno di altro? Bastano le prese di corrente? Purtroppo vi dovete accontentare di questo generatore un po’ rumoroso, ma farà da richiamo… buone serata!-.E poi, puntualmente, c’è il giro della polizia municipale che, mentre solitamente ha un aspetto fra il corrucciato ed il guardingo, attraversa il mercatino con le solite braccia dietro la schiena accennando un gentile saluto. Infine nei mercatini di natale ci trovi anche le associazioni benefiche che raccolgono fondi per nobili fini: sclerosi multipla, leucemia, ricerca. Non manca niente… Qualcosa sì. Il viso gioioso della gente. Non ci sono sorrisi, allegria, non si respira l’aria serena del natale, anzi, mi sembrano tutte facce meste, poco inclini al dialogo, senza interesse e senza mordente. Un’aria che assomiglia all’anticamera della tristezza, al sentimento dello scoramento, al desiderio di una pace che si fa difficoltà a riconoscere. Aria di crisi! Dicono. Ma che Natale è?!
Divagazione Poetica
LA ZAMPOGNA
La zampogna è il segnale
che si avvicina il giorno di natale.
Accanto al presepe, l’angelo e il pino,
annuncia la nascita di Gesù Bambino.
(Rosalina)