Migliorare la Condizione Femminile (1parte)
Undici anni fa l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì la ‘Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne’ scegliendo come data il 25 novembre. Nel fare questo si compì un importante passo di civiltà, perchè innanzitutto si ribadì cosa si deve intendere per violenza sulle donne: ogni atto di violenza diretto contro il sesso femminile che causa o può causare alle donne pregiudizi o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche (…), così come la minaccia di atti, la costrizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata. una forte presa di posizione che allarga il concetto di violenza e punta l’indice anche contro ciò che avviene tra le mura domestiche o all’interno di comunità di appartenenza; dove la violenza verso le donne viene troppo spesso considerata una normale componente del tessuto culturale in cui si vive.
Eppure, nonostante l’istituzione di questa giornata, il percorso verso ‘l’eliminazione, della violenza sulle donne’ sembra ancora molto lungo.
Come recita una nota campagna, ‘ogni ora, ogni giorno una donna è vittima di violenza’. Quello che, però, accade meno di frequente è la denuncia. La violenza sulle donne ha tante facce e non solo quella sessuale, ma anche fisica e psicologica.
Per vedere più da vicino il fenomeno, basta considerare che in italia il 31,9% delle donne tra i 16 ed i 70 anni ha subito almeno una violenza fisica o sessuale e come nel 14,3% dei casi l’autore è il partner o l’ex compagno. Dalla stessa indagine è risultato, inoltre, che i partner sono responsabili della maggioranza di tutti i tipi di violenza fisica (in un continuo che va dalle minacce alle lesioni gravi), mentre dal punto di vista delle vittime le più a rischio sono le donne separate e divorziate, con una percentuale del 63,9%, contro una media del 31,9 % che mette in luce l’incapacità degli ex ad accettare la separazione.
E soprattutto, la violenza sulle donne si manifesta in tanti luoghi: l’11% sul posto di lavoro, per strada il 16,8%, in casa il 14,6% e sui mezzi di trasporto (treni, stazioni…) il 27,7%, solo per citare i dati più rilevanti. Se si valutano i fatti di cronaca, emerge che quotidianamente ci pongono davanti ad un caso emblematico di violenza inferta alle donne in quanto donne: lo stupro.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità tra il 14 e il 20 per cento è il numero delle donne che, negli Stati Uniti, subiscono uno stupro durante la loro vita. nel nostro paese, e non solo nel nostro, i casi più eclatanti diventano oggetto di attenzione da parte di programmi televisivi con relative polemiche quando i riflettori si accendono sulle morbosità per aumentare l’audience. Al di là delle polemiche su casi destinati ad essere, peraltro, subito dimenticati, indagare e denunciare le radici delkla violenza e senso del possesso vengono considerati da molti ‘eccessi d’amore’.
I confini della violenza vanno oltre la sfera sessuale. in Italia come negli altri paesi molte donne vengono picchiate a sangue dal partner. Marianne Eriksson, parlamentare europea della Svezia, qualche anno fa ha dichiarato che nel suo paese, ‘ogni dieci giorni una donna muore in seguito agli abusi subiti da parte di un familiare o di un amico’. In Canada e Israele è più probabile che una donna venga uccisa dal proprio compagno che da un estraneo. E negli Stati Uniti ogni 15 secondi viene aggredita una donna, generalmente dal coniuge.
E’ difficile, invece, raccogliere dati precisi nei Paesi a sviluppo minimo, nei quali esiste una stretta connessione tra livelli più alti di violenza contro le donne e il loro stato di dipendenza economica dagli uomini.
Spesso, qui, la violenza sulle donne è considerata ‘normalità’ o addirittura ‘necessità’. E proprio per questo tema Dacia Maraini recentemente ha voluto scrivere ‘passi affrettati – testimonianze di donne ancora prigioniere della discriminazione storica e familiare’ (Ianieri Editore, leggibile anche su passiaffrettati.it in formato e-book). Dieci storie che sollevano un problema più profondo che non la sola questione femminile e riguardano il rispetto dell’altro e della sua diversità. Il libro rientra nella campagna mondiale ‘Mai più violenza sulle donne’ di Amnesty International ed è nato per diventare spettacolo teatrale ‘breve e acuminato’, che porta in scena testimonianze di violenza raccontata senza poterne fuggire. Piccoli passaggi di teatro, storie che restituiscono l’orrore di esperienze irripetibili.
(fonte: Bene Insieme n. 9 anno 21)
(Rosalina)