Quando, Quanto, d’Autunno le Foglie
Mattino. Uno sguardo assonnato di occhi trasognati, s’affaccia oltre i vetri di una finestra a scrutare verso il mare. C’è un cielo sfilacciato di nuvole dorate intorno all’alba e una cappa plumbea che contorna quell’aurea visione. Ma dove siamo? Che tempo fa? Già, da poco è arrivato, con passi leggeri e felpati la stagione dell’autunno. A volte non sembra, calde giornate di vento sciroccale pare nascondere, all’atmosfera, il moto terrestre che, inclinando il proprio asse incontra nell’emisfero boreale l’autunno. L’autunno affascina, ogni volta meraviglia, come una terra di mezzo. Ammorbidisce la calura estiva e presagisce freddi gelidi. In questo attimo di eternità vedi a macchie il celeste del cielo e lunghe, gonfie, carichi batuffoli grigiastri aggirarsi per lo spazio atmosferico. Nuvole che si incontrano e si intrecciano, si abbracciano e si attorcigliano, si sfilacciano e si ricompongono sospinte dai venti forti dell’alta atmosfera. Mentre in alto accade tutto questo, un vento, non sbarazzino di primavera, ma irruente e capriccioso, scuote le chiome degli alberi mostrando i colori delle pagine inferiori delle foglie. Comincia, qualcuna di esse, a librarsi nell’aria, sganciate con veemenza dal caro ramo che le ha tenute per un anno intero presso di sè. Forse non vogliono andarsene via, vogliono restare, restare per sempre ma, per l’insovvertibile legge del tempo, devono volare.
Mille circonvoluzioni guidate dal vento che, secondo misure incalcolabili, le trasporta da un angolo all’altro del bosco, del prato, lasciandole poi all’abbandono, incurante se ricevono ferite, incontrano ostacoli, cadono malamente sul pavimento duro del pianeta terra. E più i giorni trascorrono e più le foglie volano, cadono, s’accartociano e , se capita di passeggiare lungo i sentieri di San Pasquale, si può sentire sotto i passi, calpestandolo, un soffice e morbido tappeto che le foglie hanno steso ai piedi dei loro fusti legnosi. Il canto delle foglie d’autunno è uno stormire malinconico fra una sinfonia di colori. Prima dell’ultimo ballo indossano gli abiti più colorati che madre natura possa creare. Macchie di rosso carminio si alternano a fasce di giallo dorato, sfumature di marroni con strisce di arancioni, terra di siena pennellate con verde muschio. Una vera opera d’arte dipinta dal vero. La vera pittura en plain aire! L’autunno… allungandosi verso l’inverno abbraccia di minuscole goccioline il paesaggio, nascondendo case e strade, alberi e terra, da poco solcata dal contadino. Autunno, un mondo sommesso, fruscii, sentore di profumi nuovi e inconfondibili: funghi e chicci preziosi di melograno, castagne e giuggiole asprigne, uva dorata e vellutata come la notte che i ricordi conservano fra dolci sorsi di mosto e fregolio incessante di mille bollicine. Autunno… Ti sento!
Divagazione Poetica
CONTEMPLANDO
In lontananza,
tra le calde tinte dell’autunno
pullula il bosco,
maestoso e sconfinato.
E le foglie,
nell’aria,
svolazzano,
s’attorcigliano.
Ad una ad una
danzano leggere.
Perdono vitalità,
si spengono,
cadendo tristemente
sulla gelida e nuda terra
che l’attende.
(Rosalina)