Qualcosa manca-La Solitudine e l’Altro
LA SOLITUDINE E L’ALTRO
Talmente tanta e talmente a lungo che, pensare che esiste qualcosa fuori da sè, diventa quasi un dolore lancinante. Accorgersi che esiste l’altro, forse, significa accettare di aver capito se stessi. A lungo la mente ha cercato amici, quelli veri, che ti entrano nell’anima e ti ascoltano senza chiedere.
Mettersi nei panni di, si dice… Empatia. La solitudine diventa un’amica inseparabile, che assomiglia alla propria donna. A lei confessi tutto, anche i più indicibili pensieri. A lei dedichi una canzone. A lei parli dei tuoi desideri. A lei non nascondi nulla. Anche se tu volessi, lei ti cercherebbe e saprebbe farti parlare. Lei ti conosce fin nell’angolo più nascosto della ragione e dell’anima. Con lei hai sognato. Con lei hai immaginato. Con lei hai fatto i capricci, ti sei scontrato per poi fare pace con un profondo abbraccio. Di lei conosci da dove viene e dove vuole andare. Anche se lei non te lo dice. Non hai bisogno di chiedere, la risposta la trovi sempre pronta. Non ti disturba, non ti fa inveire, non ti vuole conquistare, e nemmeno sedurre. E’ parte profonda di te. E’ dentro te, così ramificata nelle sue mille dipendenze, da non lasciarti che solo una esile porticina da cui respirare ogni tanto l’odore della terra.
E un giorno accade che l’odore della terra è così intenso, così profumato, così penetrante che provi ad allargare l’uscita per vedere cosa c’è.
Sembrano, meraviglie, o lo sono veramente?
Devi stare all’erta, la solitudine ti vuole tutta per sè, non ti lascia andare senza lottare per averti. Così la lotta appare impari. Lei conosce le tue debolezze, lei sa come tenerti prigioniero di lusso, lei ti tiene in pugno. Intanto da quello spiraglio riconosci consapevolmente qualcosa che ti assomiglia. Potrebbe essere, anzi, è, un essere diverso da te, ma ti assomiglia. Perchè lo riconosci? Perchè lo senti vicino? Perchè vuoi liberarti? Perchè cominci a sentire il bisogno di non poterne fare a meno?
E la solitudine: – E’ un abbaglio, è un attimo fuggente! Passerà! Io sono la certezza! Io ti proteggerò! Io sarò sempre con te! Io non ti lascero mai! Io posseggo le certezze di cui hai bisogno! Fermati, dove vai! Non cercare, di là non c’è niente che possa servirti veramente! -.
Ma è più forte di te. Non l’avevi mai considerata una eventualità del genere, ti sconcerta, ma è più forte di te.
Allora, per non sentirsi persi, ci si accorda bonariamente. Un po’ di qua, un po’ di là. Saltando a pie’ pari, come si suol dire. Un compromesso. Un compromesso che col passare del tempo diventa insostenibile. La coscienza che, dall’altra parte, c’è qualcosa che ti allontana dalla solitudine, regala una così grande gioia da sentire il dolore fisico e i brividi sulla pelle. "Che fare", diventa la domanda assillante e fondamentale, alla quale si risponde giorno per giorno, cercando o di chiudere quella porticina, oppure di allargarla per far passare l’altro che, invadendo quel territorio, fa sembrare la cosa inaccettabile. Quasi una violazione di domicilio. L’altro è inesperto, timoroso, fragile di fronte all’immensità della solitudine. Cerca con gentilezza, dolcezza, vicinanza, empatia la strada che porta all’accoglienza. Un percorso difficile, pieno di ostacoli, di resistenze. Un percorso che incontra orgoglio, vanità, bugia, caparbietà, ingratitudine, diffidenza, incostanza, illusione. Intanto l’altro cerca di raccontare, spiegare, dare: accoglienza, umiltà, calore, comprensione, accettazione, verità, fiducia, certezza, generosità, apertura, libertà, pensieri nuovi. Pensieri forse mai incontrati. Viene sete a pensarci. Primo pensiero che trascina con sè gli altri pensieri. Dissetarsi alla fonte dell’altro. Una fonte che la solitudine aveva gelosamente nascosta perchè sapeva che dal momento della scoperta, non sarebbe stato più possibile tornare indietro.
L’altro. Inesauribile fonte di confronto.
Inesauribile desiderio di saziarsi di quello che nemmeno si era lontanamente immaginato. L’altro, anch’esso, ogni tanto, si perde fra le mille maglie intricate della solitudine che, imperterrita, lancia dardi acuminati per colpire dove l’altro ha fatto centro. La solitudine vuole impedirgli di avanzare. A forza, soffrendo profondamente, l’altro tenta di insinuarsi, di farsi strada, come un esploratore che, con il macete, si fa strada nella giungla. Si, come nella giungla, cosciente dei pericoli sconosciuti che, tuttavia, affronta con temerarietà.
L’altro è una parte di noi stessi che non possiamo negare, nè misconoscere, nè distruggere, nè condannare, nè giudicare.
L’altro va accolto, ascoltato, rispettato. Ed è nel rispetto che risiede la sua essenza e la sua arma migliore: il dialogo. Il dialogo distrugge, sconfigge, annienta, scompone la solitudine, allargando il mondo. L’altro c’è per questa ragione. Il mondo di ognuno di noi resta nostro, è innegabile. Ma l’altro, ed è innegabile anche questo, è la fonte di ispirazione per dare e , soprattutto, mantenere in vita il nostro mondo.
Si dice che gli esseri umani sono una moltitudine di solitudini. Come diceva Joseph Conrad "Si vive così come si sogna: soli".
Dipende.
Dipende da ognuno di noi e dalle scelte che facciamo, da ciò che cerchiamo, desideriamo, dai sogni che vogliamo diventino realtà. Nulla è impossibile: bisogna volerlo, bisogna crederci, bisogna DARE. Uscire da sè.
Cosa ne facciamo della nostra interiorità, del nostro vivere, del nostro soffrire se è solo nostro? E le nostre conquiste, come possono essere tali se dobbiamo o vogliamo conquistare solo e sempre noi stessi? Non ci riconosceremmo più. Saremmo come dei semplici robot che ripetono all’infinito le stesse azioni senza la coscienza, la consapevolezza dei propri atti. Da rasentare la follia o l’apatia.
Ecco che, dialogare non solo con se stessi ma con l’altro, ci dà la misura di ciò che siamo, delle possibilità che si hanno, delle qualità e delle debolezze, delle felicita e dei dolori. Così si diventa forti, sicuri, convinti. In poche parole: "persone vere". Non è necessario mostrare, ma essere. Non è importante il silenzio se non con il confronto del dialogo. Serve una lingua, una voce, una penna, un foglio, un libro, un pensiero, una poesia, una canzone, uno strumento multimediale, qualsiasi cosa pur di : COMUNICARE.
La solitudine, da sola, non regala nulla. La Solitudine esiste nella misura in cui l’Altro è riuscito a conquistare Lei.
Divagazioni Poetiche
SOLITUDINE
Affacciati
su un muro gelido,
falsa vita,
attraversata
da speranza.
(Rosalina)