Il fiume un’oasi di nutrimento
Andare da qualche parte cercando acqua da bere. Acqua. Acqua. Solo acqua fresca, limpida, argentina. Da lontano una lunga macchia bianca. Eccola, forse è lì. Ti avvicini e non hai sbagliato. E’ acqua. Tanta.
Finalmente!
Non è però vicina, bisogna percorrere una passerella di legno, un sentiero, non sbagliarsi all’incrocio seguendo le indicazioni e andare avanti. Si sente! Si sente roboante e sordido il rumore dell’acqua, tra frasche di rami che ondeggiano al vento afoso della brezza di mezzogiorno. Come un fiume che sfocia a estuario, il sentiero si apre e scopre una distesa verd’azzurra. E’ lei, è lei, è l’acqua. E’ il fiume che trasporta l’acqua. E’ c’è un’oasi che la protegge.
Come respirare ossigeno puro!
Come toccare il cielo con un dito!
Come guardare le stelle dalla galassia di Andromeda!
Come sentire le sinfonie delle "Fontane di Roma" di Respighi!
Come ballare la danza del fuoco!
Come assistere a "Casa di Bambola" di Ibsen!
Come… Come… Come un grande, infinito, indescrivibile abbraccio!
Una massa incalcolabile di molecole che scorrono una vicina all’altra, in un incessante nastro trasportatore spinto dalla forza di gravità. Pare stiano cantando. Oh no! Stanno parlando! Le parole, le parole sono così prorompenti e tumultuose che si fa fatica ad individuarne significato e senso. Bisogna cercare il contatto! Chiudere gli occhi ed ascoltare.
Scendono, quelle parole, lungo una cascata che sembra un tendaggio bianco dai mille riflessi argentei e cangianti, che poi, dopo una repentina discesa, si adagiano, docilmente, in una calma increspata, in grandi piscine. Infine, si riversano in piccoli rivoli intrecciati fra grandi sassi di roccia che sembrano buttati lì a caso. Non si possono fermare, devono andare quelle parole.
– Salve, benvenuta! Ti aspettavo sai. Quanto tempo per incontrarti! Non ti sei accorta che ero già qui. Ricordati che anche se vado laggiù, al mare, torno sempre qui. Qui mi troverai quando vorrai. Sarò sempre la stessa, ma con tanta conoscenza in più. La scoprirai con me, te la racconterò, non dubitare -.
– Acqua, mia cara acqua! Ti ho trovato finalmente! Lo so che tornerai, aspetterò. Devi fare la tua strada e non potrò accompagnarti. Ti sarò, sempre, vicina col pensiero. Qualche volta proverò a raggiungerti… imparerò a scivolare -.
Divagazioni Poetiche
SETE
Di là.
Dove c’è arsura.
L’acqua c’è.
Si incontra,
si conosce,
… si beve.
Di qua.
(Rosalina)