ATE-TIXE STUDIUM e L’ albergo del gallo d’ oro
Il teatro “Di Iorio” ad Atessa, il 17 e 18 aprile 2010 registra il pienone per lo spettacolo teatrale “L’albergo del gallo d’oro”. E’ l’associazione culturale Ate-Tixe Studium che mette in scena la commedia brillante, sottotitolata "Il fantasama del marchese Edoardo". Trasposizione in vernacolo atessano in due atti da un’idea di Fulvio Barni, riadattata dall’attore-regista Giuseppe Rancitelli in dialetto atessano.
Trama e caratterizzazione dei personaggi
Una coppia di albergatori è in cattive acque, il loro albergo è infestato da insetti e ratti. La notizia sulla carta stampata che nel vicino albergo il “leone d’oro” è infestato da fantasmi e la presenza di un primo avventore, “Dal Caldo Alfredo”, effeminato (Simone Marra), che per sbaglio si presenta nel loro albergo attratto dalla notizia, fa scattare nei proprietari l’idea di sfruttare la situazione per risollevare le sorti economico-finanziarie della famiglia. Altri clienti vengono attirati allo stesso modo e si creano situazioni imbarazzanti con doppi sensi che innescano situazioni comiche e grottesche. Si avvicendano: il proprietario, ligio alle apparenze (Raffaele Trivelli) e sua moglie, pratica e furba (Saba Canuto), il figlio della coppia “Carlo” scansafatiche (Enzo Gallucci) e la nuora ”Palmira” pacificatrice e premurosa (Irene La Penna), la “signorina Eva”, leggera e sbarazzina (Marta Panzera Panzera) e il suo fidanzato “Giulio” (Rocco Sante) che chiama Lei “picciene resce” in riferimento alla capigliatura ramata di Eva, il padre dell’albergatore, scanzonato ma saggio (Bruno De Ritis), il facchino dell’albergo, spiccio e sincero (Nicola Di Matteo), la cameriera “Parisina” intrigante e pettegola (Patrizia Iovacchini), una coppia di giornalisti, "Wanda e Giampiero”, compassati e distaccati (Marco Ramundo e Licinia Rossi), il postino, curioso e stranito (Gabriele Trivelli), “Sestiglio” il rigattiere, traffichino e persuasore (Antonio Darlete), la marchesa “Dall’Olio”, compita e boriosa, (Annalisa Sorge), il maggiordomo di lei “Euriaco” pittoresco, per dirla alla Enrico Montesano, sussiegoso ed opportunista (Giuseppe Rancitelli) ed infine il fantasma del marchese Edoardo, sentenzioso e deluso (Gennaro Scarano). La marchesa, saputo che il luogo è abitato da forze spiritiche, vuole fare una seduta medianica per avere notizie del marito passato a miglior vita. Accadono, intanto, strani fatti, quadri dondolano, rumori improvvisi, suoni misteriosi, ma tutto viene attribuito alla presenza dei famosi animali indesiderati. La famiglia albergatrice si attiva per soddisfare la marchesa con la complicità del facchino che diventa la voce dell’oltretomba. Tutti i clienti dell’albergo partecipano alla seduta spiritica ed il vecchio padre ricopre il ruolo del medium. Quando la marchesa intuisce, gabbata dalla combriccola, che potrebbe salvare il marito dall’inferno, propone di offrire del denaro. L’alta richiesta “5 milioni”, fa desistere la nobildonna. Proprio in quel momento compare il fantasma del marchese Edoardo che la redarguisce perché ha dimostrato con il suo gesto di averlo pensato solo e sempre per convenienza e non per amore vero. Come spesso avviene, nelle vicende comiche e/o comico-brillanti, si nascondono, fra le righe, significati più profondi. Qui ciascuno vede quel che vuole vedere, sente ciò che vuol sentire, perché in ciascuno ci sono ombre ed illusioni celate o incomprese. Bello e doveroso l’omaggio a Raimondo Vianello a fine spettacolo. Molto bella e ben curata la scenografia. (Falegnameria Zarrella, Gargarella Lorenzo, Filippo Cicchitti, Arredamenti Rancitelli, Marra Ferramenta, Dario Ciancaglini, fiori-Ciancaglini). Costumi scelti con gusto e di ottima fattura, che hanno caratterizzato in maniera precisa ed indovinata tutti i personaggi. (sarte: Maria Carlucci, Rita “La mela “ confezioni, abbigliamento Pizzi Amalia). Effetti sonori ed audio esemplari (Ditta PMS Vasto, effetti sonori Rodolfo Finoli). Anche trucco e styling (Eva Rancitelli). Aiuto scena: Massimo Giuliani, Evelina Rancitelli. Aiuto fouje: Antonini Giuseppe, Cancelmo. Aiuto regia: Rodolfo Finoli. Regia Giuseppe Rancitelli.
Sarebbe stato, secondo me, ancora meglio se ci fosse stato più ritmo nelle inflessioni vocali, ma sono una incompetente totale, riporto solo impressioni a pelle. Ate-Tixe Studium compie, quest’anno, 30 anni di attività culturale ad Atessa. L’attività creativa e spettacolare è iniziata con la “Presentazione della domenica delle Palme” proseguendo per “il Presepe Vivente” e poi “La Passione” di Gesù. Trascinatore instancabile, il responsabile Giuseppe Rancitelli, appassionato e competente uomo di teatro. Il suo fare teatro per molti anni e stata come la pittura en-plain-air, all’aperto, in grandi spazi, in movimento: le piazze, le strade, i terrazzi, i vicoli atessani, come per sentirsi un tutt’uno con il proprio luogo di vita e come a dire che la vita quotidiana è essa stessa teatro della realtà. Un impegno organizzativo gigantesco, che ha richiesto ogni volta, impiego di notevoli risorse umane, nuove soluzioni scenografiche ed interpretative attingendo fra gli abitanti del paese, ricchi di spirito partecipativo. Attori e comparse fra appassionati e simpatizzanti , direttamente provenienti dall’ordinario, a confermare un teatro vissuto in diretta ed in prima persona. Interpretazioni eccellenti ed attori eccellenti. Ciò dimostra, anche, quanto la collaborazione del territorio e le sinergie con le forze locali possano dare risultati, se ottimizzati, al meglio che si può. Giuseppe Rancitelli non ha mai desistito, tenacemente si è rinnovato ad ogni nuova rappresentazione annuale, dimostrando fecondità di idee ed attaccamento alla propria identità natia. Dal 2007, Giuseppe Rancitelli si è cimentato nel mettere in scena in un teatro vero e proprio , opere teatrali originali o riviste di vari autori, trasponendole in vernacolo atessano.
2007 “La sagrestie di Don Peppino” di Camillo Vitticci
2008 “Lu cinematografe de Giuvanne Sagnette”
2009 “Li vutaziune” titolo originale “Lu diavele e l’acqua sante”
2010 “L’albergo del gallo d’oro” di Fulvio Barni.
L’associazione per festeggiare il trentennale di attività , quest’anno, propone la rappresentazione della “Passione” nell’ambito delle manifestazioni culturali del periodo estivo atessano. L’idea, personalmente, mi sembra una scelta azzeccata. Si offre, così, la possibilità di una più larga risonanza a livello territoriale, una più vasta platea, permettendo un pubblico allargato che assisterà ad uno spettacolo irripetibile, ricco di immagini e quadri scenici carichi di accorato sentimento. Dalla sottoscritta e dall’Accademia Ars Antiqua i migliori auguri di buon lavoro e di successi sempre più alti.
Divagazioni dialettali
ATE-TIXA
A l’Atesse
ce sta l’operaije e lu cuntadine,
la musiche e lu teatre sopraffine,
de San Leucie la cattedrale
e lu munastere de San Pasquale.
Menitije a truvà!
L’Atesse è na perle de qualità.
(Rosalina)