Pari Opportunità (prima parte)
La gran parte della popolazione atessana, molto probabilmente non è a conoscenza di quanto sia accaduto nella sede municipale il 7 maggio del 2008.
E’ stata una giornata importante che avrebbe meritato
più visibilità e maggiore informazione. Il consiglio comunale deliberò a larga maggioranza l’istituzione della “Consulta per le Pari Opportunità”; riconoscendo con questo atto che le donne meritassero maggiore partecipazione alla vita sociale del paese.
Una commissione sconosciuta ai più, perché dalle nostre parti non se ne conoscono neppure i fondamenti e gli scopi, ma riveste grande importanza a tutti i livelli.
Già l’anno 2007 fu snodo nevralgico a livello europeo, in quanto fu dichiarato “Anno europeo delle Pari Opportunità per tutti”.
– Ci si chiederà: ma cosa sono? A chi e cosa servono? Perchè sono state inventate? Sono proprio necessarie?
In questi ultimi anni, si è scritto molto sulle Pari Opportunità, si sono costruiti molti modelli teorici, si è giunti a conoscenza degli ostacoli che si sovrappongono alle reale parità, ma quando si arriva al momento di applicare le Pari Opportunità sembra quasi che questi due mondi rimangano, dopo tutti questi anni, lontani.
Le Pari Opportunità, spesso, sono ancora vissute come norme, obblighi e le donne come qualcosa che ancora male si inseriscono nel sistema produttivo. Le donne, invece, hanno superato, in Europa, il 50% della popolazione e non valorizzarle significa non rendersi conto delle loro potenzialità, della loro creatività, della loro abilità e delle motivazioni che possono portare nella società.
Con l’espressione Pari Opportunità, pertanto, ci si riferisce a tutti quegli interventi che a diversi livelli (comunitario, nazionale, regionale, locale), in diversi ambiti (politico-culturali, istituzionali, sociali, economici) e con diversi strumenti (legislativi, amministrativi, di iniziativa e di controllo), si propongono di riequilibrare le condizioni reali di svantaggio rispetto agli uomini in cui nella nostra società si trovano tuttora a dover operare le donne, sotto il profilo delle opportunità loro offerte dall’attuale cultura ed organizzazione politica, civile e socio-economica.
Le Pari Opportunità, quindi, servono ancora perchè, nonostante i cambiamenti intervenuti, si è tuttora ben lontani da una situazione in cui possano definirsi sostanzialmente alla pari le opportunità aperte a donne ed uomini per la realizzazione di sé come persone, come cittadin-e/-i, come lavorat-rici/-ori. Questo è vero nel privato, dove una gran parte degli oneri di cura familiare ricadono di fatto principalmente sulla donna; nel mondo del lavoro, dove risultano più limitati sia l’accesso alle occupazioni e a quelle di livello più elevato, sia i livelli di remunerazione; nel mondo dei diritti di cittadinanza, soprattutto sotto il profilo della rappresentanza politica, estremamente limitata sia dal lato della possibilità di farsi rappresentare da donne che dal lato della opportunità di condividere pariteticamente il ruolo della rappresentanza-. (Fonti da intenet).
Pari opportunità, di conseguenza, significa uguaglianza tra tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali ed ha come principale fondamento l’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione tra donne e uomini nel rispetto dei Diritti dell’individuo (non solo delle donne, ma di ogni minoranza sottorappresentata).
Le pari opportunità non sono “una cosa da donne” ma:
– costituiscono una reale prospettiva strategica di rinnovamento dei paesi e, quindi, crescita e sviluppo, dal punto di vista sociale, economico, culturale,
– base concreta per lo ”sviluppo delle risorse e delle capacità personali e professionali di donne ed uomini finalizzato alla valorizzazione di tutte le persone” (art 32 DPR 568 del 28/09/1987).
La Consulta per le Pari Opportunità di Atessa è attiva dalla seconda metà del 2009 ed è composta da:
– Marino Federica (presidente)
– Carlucci Manuela
– Piergiovanni Rosalina
La consulta attualmente sta lavorando alla preparazione di una indagine conoscitiva sulla condizione femminile nell’ambito comunale.
Coloro che sono interessati all’argomento, che vogliono proporre idee, oppure segnalare forme di discriminazione, possono richiedere un incontro informale presso il comune di Atessa.
Divagazioni “dialettali”
Le ‘rrazze
Se la ggente une vulesse arecapà,
nen se sapesse addonne cummijà.
Ce sta chille che pe l’apparenze,
cagne pure la facce all’occorrenze.
Ce sta chi n’ze ne ‘mporte de niente
e è capace de vennese pure le sentimente.
Ce sta chi crepe e scatte pe la raje,
e te facesse assaggià n’anzì de tutemaje.
Ce sta chi tante se n’abbrevogne,
e nen chenosce manghe la menzogne.
Che c’è rrmaste?
Ce sta lu mbrujone, lu farfallone,
lu saputone, lu zuzzone.
De rrazze ce ne sta a ogne pentone,
quale vò resse quelle bbone?
Quelle che è toste gne nu mure,
ca n’acchiappe nesciuna iettature,
upure quelle nghe lu core scarciate
ch’arejale sempre a vracce allargate?
Me… iavaste, che vù capà!
Ognune fa come je và.
Ogne qualità lu Patraterne ha sumentate,
n’appresse, je le dà Esse na recapate.
(Rosalina)
P.S.: Il vernacolo è il nostro linguaggio primordiale, insito e distintivo delle nostre origini, pertanto, trasporre in lingua italiana le parole ed il senso di un brano in lingua dialettale è sempre difficoltoso. Molto spesso, direi sempre, il trasferimento del significato toglie originalità, sonorità e ritmo alla composizione, a vantaggio della comprensione del testo che risulta, poi, fruibile da tutti. Ecco, di seguito, il risultato del tentativo di traduzione della poesia "Le razze".
Se la migliore persona si volesse trovare
Non si saprebbe da dove cominciare.
C’è quella che per l’apparenza
Venderebbe l’anima all’occorrenza.
C’è chi è talmente privo di ritegno
Che venderebbe ogni sentimento.
C’è chi è dalla vendetta divorato
Da propinarti un’erba avvelenata.
C’è chi ha profondo senso del pudore
E della bugia non ne sa il sapore.
Chi rimane?
C’è l’imbroglione, il farfallone,
Il sapientone, lo sporcaccione.
Ogni persona, dovunque, è allocata.
Quale sarà quella azzeccata?
Quella dal duro temperamento
Che le sfortune non risente,
Oppure quella dal cuore d’oro
Sempre pronta a regalare amore?
Beh … basta cercare,
Ognuno fa come gli pare.
L’Eterno Padre ha seminato ogni qualità,
Alla Fine, sarà Lui che sceglierà.