Musicoterapia nella Preparazione al Parto
Le numerose esperienze di musicoterapia italiane ed estere confermano l’utilità di affiancare attività sonoro-musicali ai tradizionali corsi di preparazione al parto, poiché la musica può aiutare la gestante a rilassarsi, a contenere l’ansia e a raggiungere uno stato di generale benessere psicofisico. Tale attività è rivolta alle future mamme che già nei primi mesi di gravidanza possono intraprendere un percorso con la vita intrauterina del bambino tramite
il canale comunicativo della musica, coinvolgendo entrambe le figure genitoriali e contribuendo a far vivere agli stessi il periodo della gravidanza con serenità, strutturando una relazione armoniosa, vitale, intensa.
Obiettivi :
• Rilassamento della futura madre prima e durante il parto;
• Stimolazione delle capacità psicofisiche del feto e del neonato;
• Rilassamento del feto e del neonato;
• Partecipazione attiva del padre.
Finalità :
• Promuovere un diverso contesto comunicazionale tramite una forma di dialogo ritmico percepito dal feto a livello sonosomestesico (ossia percezione di suoni e vibrazioni tramite le terminazioni nervose periferiche di tutto il corpo);
• Produrre delle stimolazioni intellettive rivolte al nascituro;
• Intervenire sull’innalzamento della soglia di dolore della futura madre, creando una maggiore capacità di concentrazione attraverso l’uso della musica.
Musica per la mamma
La gravidanza comporta una serie di cambiamenti non solo fisici ma anche psicologici; i mutamenti che avvengono durante i nove mesi sono talvolta accompagnati da momenti di ansia, stress, paura e affaticamento che possono impedire alla donna di vivere questo straordinario momento della vita in serenità.
La musica in questo contesto può essere un valido strumento per aiutare la gestante a migliorare la sua salute emotiva: nelle sedute di musicoterapia la madre si prepara alla nascita del suo bambino abituandosi ad ascoltarne le azioni-reazioni motorie in risposta al suono della voce e della musica, ascoltando se stessa, i suoi ritmi interni ed il loro modificarsi con il procedere della gravidanza.
Con attività musicali appositamente studiate si permette alla futura mamma di vivere con serenità i nove mesi dell’attesa, ma anche di imparare alcune tecniche che potrebbero servirle concretamente nel momento del parto e successivamente, nella crescita del neonato. Questo le permette di vivere la nascita con consapevolezza e serenità, attenta e pronta ad assecondare i segnali provenienti dal suo corpo e dal suo bambino.
Musica per il bebè
La musicoterapia prenatale prevede anche una serie di attività per stimolare il piccolo e per favorire così la comunicazione fra mamma-papà-bambino.
La musica durante l’attesa è il canale privilegiato di questa comunicazione e le varie attività ritmico-sonore permettono di preparare una relazione affettiva equilibrata e serena, nonché di stimolare adeguatamente lo sviluppo strutturale e funzionale del sistema nervoso del feto stesso. Infatti, tutti gli stimoli presenti nell’ ambiente nel quale il feto cresce (suoni interni ed esterni alla madre), contribuiscono allo sviluppo delle vie sensoriali acustiche, favorendo anche il processo di maturazione strutturale e funzionale del Sistema Nervoso. Ma la musica per eccellenza che piace al piccolo è senza dubbio quella prodotta dalla mamma, ossia la sua voce: la colorazione timbrica e melodica della voce materna è veicolo di emozioni ed affetti, è una carezza ed una "coccola sonora", ma anche un vero strumento per comunicare al piccolo stati di "trepidante accoglienza o al contrario di gelido rifiuto".
Il canto prenatale, l’uso spontaneo della voce e l’ascolto musicale
Il canto aiuta la gestante a migliorare il respiro, ma anche a farle scoprire il piacere di cantare per il bebè, contribuendo così anche al suo sano sviluppo.
Da studi di psicofonia è emerso che la voce investe interamente il corpo del feto, il bambino in utero viene sollecitato dalla voce di entrambi i genitori, in particolare l’emissione vocale della madre "colpisce" il piccolo sia dall’interno che dall’esterno del corpo materno (in pratica quella più grave del papà è potenzialmente in grado di stimolarlo dai piedi all’addome, mentre la voce più acuta della madre, dalla vita alla testa).
Alla psicofonia si affianca anche l’uso spontaneo della voce in tutta la sua gamma espressiva, affinché con una attività di canto libero la mamma impari ad usare la voce in modo non convenzionale, come mezzo di comunicazione e trasmissione degli stati affettivi materni, ma anche a regolarizzare naturalmente il suo ritmo respiratorio.
La ricerca di "ninna nanne", filastrocche e nenie da cantare al bambino, fa sì che la madre ed il padre vengano aiutati a scoprire un proprio modo sonoro per rivolgersi al bambino, e quindi a formare pensieri per lui, a "prendersi cura" di lui, anche grazie al benefico massaggio attivo che viene fatto al feto con le vibrazioni prodotte dalla voce dei genitori.
L’ascolto musicale rilassa, distende, favorisce il contenimento dell’ansia e aiuta la gestante a creare immagini positive e piacevoli: le musiche più adatte allo scopo sono lente, dolci e tranquille e spesso rievocano scene di vita infantile, paesaggi montani e naturali. Queste stesse immagini vengono richiamate alla mente durante le fasi del travaglio. Le "visualizzazioni" solitamente vengono conservate e ricordate dalla donna anche senza l’aiuto della musica; l’ascolto, infatti, è accettato solo nelle prime fasi del travaglio, quando i tempi di recupero sono abbastanza ampi e cessa, invece, quando le contrazioni si susseguono a ritmi più frequenti, che non coincidono più con quelli musicali del brano e con quelli mentali della partoriente.
Durante il parto
In sala parto l’ascolto musicale è consigliato anche dai medici, soprattutto per le primipare, nelle quali la paura e l’intensità delle contrazioni possono avere effetti negativi sul travaglio, causando eventuali traumi alla partoriente e al nascituro. L’ascolto di musica rilassante serve per favorire la distensione, la calma e per far sì che la donna si concentri su se stessa con lo scopo di ridurre e di gestire meglio il dolore, ma anche per diminuire il panico, per distrarre e per agevolare il riposo/sonno tra una contrazione e l’altra. Studi statistici, inoltre, evidenziano una riduzione significativa dei tempi del travaglio e della richiesta di analgesici e antidolorifici. Inoltre il personale sanitario ha osservato che le neo mamme impiegano minor tempo per apprendere subito "il mestiere del genitore", cioè sono subito disponibili a passare del tempo con il piccolo e ad allattarlo al seno, rispetto invece alle donne che hanno un parto doloroso.
Chi fosse interessato a partecipare ai corsi di Preparazione al Parto, può richiederci informazioni o telefonare al 380-5337058.