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Duecento anni dalla morte di Franz Joseph Haydn: la vita e le opere

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  • Date 20 Ottobre 2009
Franz-Joseph-Haydn

Il 31 maggio 1809 moriva a Vienna Franz Joseph Haydn, il più grande compositore, insieme a Mozart e Beethoven, del periodo classico. Nacque a Rohrau, in Austria, il 1° aprile del 1732. La data risulta dai registri battesimali della parrocchia di Rohrau, ma altre fonti l’anticipano al 31 marzo. Secondo uno dei suoi primi biografi, Haydn avrebbe accettato d’invecchiarsi di un giorno per non dover ammettere di essere un "pesce d’aprile". Ancora ragazzo esordì come cantore nel coro della cappella viennese di Santo Stefano. Presso la scuola musicale annessa alla chiesa, perfezionò la propria conoscenza del canto, del violino, del clavicembalo e della composizione. Abbandonato il coro di Santo Stefano, continuò gli studi musicali sotto la guida di Niccolò Porpora. Dopo alcuni anni di vita un po’ disordinata, durante i quali si mantenne accettando qualunque incarico musicale, nel 1761 fu assunto come vice-maestro di cappella presso una delle famiglie più potenti dell’aristocrazia ungherese, gli Esterházy, e precisamente al servizio del principe Nicolaus. Questi, mecenate di così grande fama da meritarsi l’appellativo di magnifico, protesse il musicista concedendogli la più ampia libertà d’azione. Per questa famiglia lavorò circa trent’anni. Morto il suo protettore, Haydn si recò a Vienna, dove conobbe Mozart e dove, per breve tempo, ebbe come allievo Beethoven. Nel 1790 si trasferì a Londra su invito di un impresario teatrale: qui fu accolto con tali onori da essere insignito del titolo di dottore "ad honorem" in musica presso l’Università di Oxford. A Londra scrisse le 12 sinfonie (dei 108 totali), conosciute come “sinfonie londinesi”. Dopo il soggiorno a Londra tornò a Vienna, dove morì nel 1809.

L’opera
Haydn toccò tutti i generi e le forme musicali in auge in quel periodo. Scarsa però è la produzione d’opere teatrali e di concerti per strumenti solisti; la musica sacra fu prodotta solo negli ultimi anni di vita. Il catalogo della produzione fu compilata da Anthony van Hoboken (musicologo olandese, 1887-1983) e pubblicato in due volumi: musica strumentale e musica vocale. Le opere in questo catalogo sono riportate con la sigla Hob, seguita da un numero romano e un numero arabo (per es. Hob. XV 3).

Le sinfonie e i concerti
Il catalogo di Hoboken riporta 108 sinfonie e pochi concerti solistici per clavicembalo, violino, tromba e violoncello.

Musica da camera
Copiosa è la produzione di composizioni da camera: trii e duo per varie formazioni cameristiche; divertimenti. Il meglio dell’opera cameristica lo dà nei quartetti per archi (ne scrisse 83). Durante il Rococò tramonta la sonata a tre (da chiesa e da camera) e la forma musicale principale per archi divento il quartetto (dal latino quartus, quattro; composizione per quattro esecutori), eseguito 2 violini, viola e violoncello. Il compositore che delineò lo stile del quartetto d’archi classico fu Franz Xaver Richter (compositore moravo, 1709-1789). Haydn fissò i canoni della scrittura quartettistica, conferendo pari dignità ai quattro strumenti a poco a poco liberati dall’egemonia del primo violino, tutti interessati ad un discorso in cui si scambiano i temi, i motivi e risposte, attuando così uno “stile di conversazione” fra i quattro componenti del quartetto.

Opere teatrali e composizioni vocali sacre
Scarsa fu la produzione d’opere (13), tutte di genere buffo; da citare Lo speziale e Il mondo della luna, entrambi su libretto di Carlo Goldoni. Compose anche messe (26) e oratori.

Il valore artistico di Haydn si rivela nelle sinfonie e nei quartetti. La perfezione raggiunta nella composizione sinfonica gli valse l’appellativo di "padre della sinfonia e del quartetto".

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